Il viaggio congiunto verso il Sole della sonda europea Rosetta e della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko è appena iniziato e già arrivano le prime sorprese. Il nucleo ghiacciato della cometa, infatti, non è un pezzo unico, ma è formato da due enormi blocchi irregolari a contatto. La scoperta è eccitante, anche se la strana struttura del nucleo cometario potrebbe creare qualche problema al lander Philae, che nel prossimo mese di novembre verrà sganciato dalla sonda madre per posarsi sulla superficie del nucleo stesso.
La sonda Rosetta si trova adesso a poche migliaia di chilometri dalla cometa e da qualche giorno la sua speciale fotocamera OSIRIS (Optical, Spectroscopic and Infrared Remote Imaging System), realizzata con un forte contributo italiano, ha iniziato a trasmettere immagini sempre più dettagliate del nucleo cometario. Le più recenti, riprese l'11 luglio e rese pubbliche nel pomeriggio del 15 luglio, mostrano che il nucleo non è un oggetto monolitico, ma è costituito da due gigantesche palle di neve sporca, a contatto tra loro e tenute assieme dalla reciproca gravità. Le dimensioni complessive del nucleo composito sono di 4 x 3,5 km, in buon accordo con le stime fatte sulla base dei dati ottenuti dai telescopi spaziali Hubble e Spitzer.
Forme irregolari e allungate non sono rare per piccoli corpi del Sistema Solare, come asteroidi e comete. Dei cinque nuclei cometari che finora sono stati visitati da sonde spaziali nel corso di passaggi ravvicinati, tutti quanti si discostano dalla forma sferica.
La forma insolita potrebbe rappresentare una sfida per la squadra responsabile dell'accometaggio del lander Philae. Mentre la navigazione attorno a un nucleo così irregolare non dovrebbe essere molto più complessa di quella attorno a un oggetto di forma sferoidale, l'atterraggio della sonda, in programma per l'11 novembre, presenta dunque maggiori difficoltà.
La scoperta è probabilmente la prima di molte, ritengono i responsabili della missione, ora in attesa di vedere quali altre stranezze scoprirà Rosetta nel suo avvicinamento alla cometa, in vista dell'appuntamento finale. Dopo avere "agganciato" il nucleo cometario, la navicella lo accompagnerà infatti a brevissima distanza nel suo viaggio verso il Sole per studiarne le trasformazioni.