Dopo due anni dal suo accometaggio - e dall'esaurimento della carica delle batterie - avevamo quasi perso le speranze di rintracciarlo. E invece eccolo lì: Philae è stato finalmente individuato sulla 67P/Churyumov-Gerasimenko. L'annuncio è stato dato questo pomeriggio dall'ESA, che ha pubblicato anche le immagini del lander, acquisite venerdì 2 settembre dalla fotocamera OSIRIS di Rosetta, mentre la sonda si trovava a soli 2,7 km dalla superficie della cometa.
è proprio lui! Nella fotografia con una risoluzione di 5 cm per pixel si distinguono senza ombra di dubbio le "zampe" del lander e il suo corpo principale, finito a ridosso di una sporgenza. Il robot si trovava appoggiato alla roccia e in una posizione infelice: ecco perché i suoi pannelli solari non riuscivano a ricaricarsi.
Una lunga ricerca. Philae era atterrato sulla cometa il 12 novembre 2014, ma dopo 60 ore aveva esaurito la carica energetica disponibile.
Nell'estate 2015, mentre la cometa si avvicinava al Sole, si erano riaccese le speranze di stabilire di nuovo una qualche comunicazione, ma invano.
Indagini a tappeto. Da allora la zona di accometaggio del lander era stata progressivamente circoscritta a un'area di qualche decina di metri, ma le ricerche nella zona in cui poi è stato effettivamente ritrovato - chiamata Abydos e situata sul lobo più piccolo della cometa - non avevano dato nessun esito.
Il tassello mancante. Le nuove foto sono state scattate da una distanza più ravvicinata, da una nuova prospettiva e in una diversa stagione per la cometa, che fa sì che l'area in cui si trova il lander appaia maggiormente illuminata. Benché non ci siano speranze di "risuscitare" il lander, le cui strumentazioni saranno forse ormai compromesse, il solo fatto di conoscere con certezza la sua posizione aiuterà a contestualizzare i dati raccolti da Philae nei suoi ultimi tre giorni di vita.
Finale in bellezza. «Questa meravigliosa notizia significa che abbiamo ora le informazioni mancanti per dare la giusta cornice ai tre giorni di scienza di Philae» ha commentato Matt Taylor, project scientist della missione. Il tutto, a poche settimane dallo schianto programmato di Rosetta sulla cometa, un ultimo impatto che concluderà la missione.