Philae, il lander sceso sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko il 12 novembre 2014, potrebbe essere dichiarato ufficialmente morto. Durante il mese di gennaio non ha dato alcun segno di attività e la sonda madre, Rosetta, che si trovava approssimativamente sopra il luogo dove si è fermato dopo il rocambolesco atterraggio, ha lasciato la sua posizione per portarsi più a sud. «Adesso studieremo quell’area della cometa con gli 11 strumento a bordo della sonda. Rosetta non sorvola più la zona del presunto atterraggio di Philae, quindi non vi sono più finestre di visibilità tra le sonde. Nei prossimi giorni, anche se dovesse dare segni di vita, sarà impossibile sentirlo», ha spiegato Mario Salatti, membro del team Philae per l’Agenzia spaziale italiana.
Ancora un tentativo? Anche se non è da escludere che ci si possa riprovare, le speranze di un contatto sono dunque ridotte a meno di un lumicino perché ormai la cometa si trova molto distante dal Sole, e senza energia solare gli strumenti scendono al di sotto della temperatura necessaria al loro funzionamento.
L'ultimo tentativo di contatto è del 10 gennaio, quando è stata inviata al lander una serie di segnali che, se raccolti ed elaborati, lo avrebbero fatto muovere, nella speranza che potesse trovare una posizione migliore per comunicare con Rosetta. E nel frattempo la sonda madre lo ha "cercato" con la macchina fotografia ad elevata risoluzione. Ma non c’è stato nulla da fare. Tra pochi giorni i tecnici che fin dall'inizio hanno seguito l’avventura di Rosetta e Philae si troveranno per decidere il da farsi: riprovare o dichiarare definitivamente conclusa la parentesi di Philae. Più probabile è la seconda ipotesi.