Venerdì gli scienziati dell'ESA hanno riacceso i ricevitori della sonda spaziale Rosetta, nella speranza che Philae, il lander atterrato a novembre sulla cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko, riceva abbastanza luce solare da risvegliarsi.
Philae ancora K.O. Dopo tre giorni dal suo rocambolesco atterraggio infatti le batterie di Philae sono andate fuori uso. I rimbalzi imprevisti subiti dal lander al momento dell'arrivo sulla cometa l'hanno scaraventato in prossimità di un rilievo che lo ha lasciato in ombra, senza la possibilità di ricaricare i pannelli solari. Le parti elettroniche di Philae richiedono una temperatura superiore ai -45 °C e finora purtroppo rimangono ibernate.
Scienziati fiduciosi. Già a marzo e aprile l'ESA ha fatto qualche tentativo di mettere in contatto Rosetta con il suo lander, senza però ottenere risultati. Ora le condizioni potrebbero migliorare: la cometa si sta avvicinando al Sole e fino al 17 maggio Philae sarà illuminato due volte al giorno per 1 ora e 20 minuti, durante il passaggio in orbita della sonda spaziale. «A maggio inizieremo ad avere buone probabilità di creare un contatto e a giugno sarà anche meglio. Più la cometa si avvicina al Sole, più il lander avrà energia» ha spiegato Stephan Ulamec, responsabile della missione, al Guardian.
C'è tempo fino ad agosto. La speranza è l'ultima a morire, almeno fino ad agosto, quando la cometa ricomincerà ad allontanarsi dal sistema solare. Se Philae riuscirà a dare qualche segnale gli scienziati dovranno innanzitutto capire quanto calore è in grado di immagazzinare prima di decidere i prossimi passi. Potrebbe essere in grado soltanto di misurare temperatura della cometa, oppure fare rilevamenti più impegnativi, come fotografie o esperimenti sulla composizione della superficie. In qualsiasi caso, saranno dati preziosissimi.









Non tutto è perduto. La missione ha comunque fornito agli scienziati informazioni importanti, che hanno permesso di fare luce sulla natura delle comete. È infatti di qualche settimana fa la scoperta che 67/P non ha un campo magnetico, che ha messo in discussione le teorie dominanti sulla loro formazione.