Mentre continua a lavorare per riportare l'uomo sulla Luna entro il 2024, la Nasa ha divulgato anche un progetto – seppur ancora in fase di studio - che prevede la costruzione di un radiotelescopio con un diametro di circa un chilometro all'interno di un cratere posto sul lato della Luna invisibile da Terra. L'LCRT (Lunar Crater Radio Telescope) sarebbe in grado di rilevare lunghezze d'onda che non possono essere rilevate da Terra a causa della presenza dell'atmosfera del nostro Pianeta e dei numerosi "disturbi" che vengono prodotti dall'uomo. La presenza di numerosi satelliti in orbita bassa poi, con le loro interferenze, rende sempre più difficile ascoltare il cosmo.
Un record! Se i progetti dovessero trasformarsi in realtà il radiotelescopio lunare diverrebbe il più grande dell'intero Sistema solare. Spiega Saptarshi Bandyopadhyay del Jet Propulsion Laboratory della NASA: «L'LCRT potrebbe permetterci di ottenere scoperte scientifiche enormi nel campo della cosmologia in quanto quel radiotelescopio potrebbe osservare l'Universo nella banda di lunghezze d'onda tra 10 e 50 metri (frequenza 6-30 MHz) che finora non è mai stata esplorata dall'uomo. Sono frequenze che potrebbero raccontare molte cose sconosciute sui primi "giorni" della storia dell'Universo».
Alla costruzione provvederebbero alcuni rover che, tra l'altro, dovranno stendere una rete metallica circolare, del diametro di circa un chilometro, all'interno di un cratere grande circa 5 chilometri. Un ricevitore sospeso al centro del cratere completerebbe il sistema. Il tutto potrebbe funzionare senza la necessità di avere operatori sul posto e questo semplificherebbe le attività.
Quale cratere? Al momento non è ancora stato scelto il cratere in questione: «Prima», spiega Bandyopadhyay, «è necessario definire la fattibilità dal punto di vista economico». Al momento la NASA ha messo a disposizione 125.000 dollari e nove mesi di tempo per trasformare l'idea in un progetto avanzato. «Lavoreremo senza sosta», ha detto Bandyopadhyay, «perché costruire questo radiotelescopio potrebbe portare a scoperte davvero rivoluzionarie per tutta la radioastronomia».