Il viola è il colore dei paramenti sacri, della spiritualità, delle superstizioni più teatrali. Ma riserva anche qualche sorpresa "cosmica".
Tra meraviglia e inquietudine: ecco come potrebbe apparire un pianeta extra solare agli occhi dei primi esploratori. I colori sono tutti... "sbagliati". |
Il colore della vegetazione terrestre? Verde, ok (era facile), ma perché proprio verde e non blu, per esempio, o amaranto? Anche questa è facile: la fotosintesi si "nutre" soprattutto di luce rossa (la parte più abbondante della radiazione che dal Sole raggiunge la Terra) e di luce blu (che è la più "energetica"). Quella verde viene invece assorbita solo in parte e per il resto riflessa, perciò vediamo quel colore e non un altro.
Altre stelle, altri mondi...
Ma se il nostro Sole fosse di tipo diverso? O se l'atmosfera si comportasse in modo diverso con le varie lunghezze d'onda (colori) che ci arrivano dal Sole? Ecco, questa domanda non è per niente facile ed è il tema affascinante della ricerca coordinata da Nancy Kiang, del Nasa Goddard Institute for Space Sciences (New York), esobiologa. In collaborazione col Nasa Virtual Planetary Laboratory ha elaborato e descritto i possibili scenari che si aprirebbero agli astronauti sbarcati su pianeti extra solari di "classe Terra" (stessa massa, distanza compatibile dalla loro stella eccetera). In buona sostanza la conclusione è che l'analisi delle radiazioni della stella e della composizione dell'atmosfera del pianeta possono dare indicazioni molto precise sui colori dominanti del nuovo mondo.
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Per lo stesso principio la Terra non potrebbe essere che come è. Ma è sempre stato così? Il microbiologo Shil DasSarma (Università del Maryland) è convinto che un tempo il viola fosse il colore dominante del nostro pianeta. Altro che verde clorofilla: gli alobatteri (microbi primordiali) sono infatti caratterizzati da una membrana che trasforma la luce (radiazione) verde del sole in viola. E nella notte dei tempi, questo pigmento, essendo meno complesso della clorofilla, avrebbe avuto più chance di produrre ossigeno e, di conseguenza, "la vita". Ma allora com'è che ci ritroviamo un pianeta verde? Secondo DasSarma col passare del tempo la clorofilla si sarebbe rivelata più efficiente, imponendo così il suo colore. Un'ipotesi suggestiva, ma dalla comunità scientifica arriva un invito alla cautela... un banale cambio di colore potrebbe voler dire riscrivere l'intera storia dell'evoluzione.
(Notizia aggiornata al 12 aprile 2007)