Sono cinque: in ordine di distanza crescente dal Sole si tratta Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. E infatti questi pianeti sono noti fin dall’antichità. Non esiste, per essi, uno “scopritore”. In teoria, anche Urano è ai limiti della visibilità a occhio nudo ma, pur con i primi telescopi, fu scambiato per una stella.
I momenti giusti. Per i pianeti esterni (quelli più distanti dal Sole di quanto sia la Terra, e cioè Marte, Giove e Saturno), il periodo migliore per osservarli è quando si trovano nei giorni vicini alla “opposizione”. Cioè quando la loro posizione nel cielo è opposta a quella del Sole. In opposizione, infatti, questi pianeti sono alla minima distanza dalla Terra (e quindi alla loro massima luminosità) e sono visibili per tutta la notte.
I pianeti interni (Mercurio e Venere), invece, sono visibili al meglio quando si trovano nei pressi della “massima elongazione”, cioè quando in cielo appaiono alla massima distanza angolare dal Sole. In ogni caso, tutti i pianeti a occhio nudo appaiono come semplici puntini e, senza una certa pratica o una mappa aggiornata, si possono confondere con le stelle.