Quando stelle molto massicce, con masse almeno 10 volte superiori a quella del nostro Sole, terminano il carburante - ossia gli elementi leggeri che fondendosi producono l'energia tipica delle stelle – possono morire generando esplosioni catastrofiche. Ciò che si lasciano dietro è un nucleo stellare che si addensa al punto tale che gli elettroni e i protoni degli elementi rimasti fondono fino a formare neutroni: nasce così una stella di neutroni.
In quello stadio la stella è molto piccola, con un diametro di pochi chilometri (per intendersi, il diametro del Sole è di 1.400.000 chilometri), ma con una massa che supera ancora quella della nostra stella di due o tre volte. La densità di questi oggetti è elevatissima: un cucchiaino di materia di una stella di neutroni potrebbe pesare almeno quanto l'intera popolazione della Terra. Queste stelle possono ruotare a velocità elevatissime, anche di centinaia di volte al secondo, generando gli intensi campi magnetici che le trasformano in veri e propri fari dell'Universo, chiamati anche pulsar, ben riconoscibili per la regolarità con la quale emettono onde radio.
I ricercatori della West Virginia University hanno scoperto che la stella di neutroni chiamata con la sigla J0740-6620 ha una massa di 2,17 volte quella del Sole (la cui massa è di 333.000 volte quella della Terra) racchiusa in una sfera di circa 25 chilometri di diametro. È un valore molto vicino al limite oltre il quale un oggetto potrebbe dare origine a un buco nero: al momento, è la stella di neutroni più massiccia che si conosca (lo studio è pubblicato su Nature Astronomy).
La pulsar, a circa 4.600 anni luce dalla Terra, è stata scoperta casualmente, nell'ambito di osservazioni di routine per la ricerca di onde gravitazionali. «Al radiotelescopio di Green Banck, il più grande al mondo completamente orientabile, andiamo a caccia delle onde gravitazionali generate dalle pulsar», spiega l'astronoma Maura McLaughlin: «nell'enormità dei dati raccolti è spuntata fuori J0740-6620...» Per calcolare la massa della pulsar gli astronomi hanno studiato le anomalie radio emesse dalla pulsar stessa, indotte da una nana bianca (una stella piccola, ma con elevata massa, come il Sole quando si spegnerà) che le ruota attorno. Le anomalie hanno permesso di calcolare la massa della nana bianca e, di conseguenza, quella della stella di neutroni.