Spazio

Proxima b: 8 domande sul nuovo pianeta scoperto a un passo dalla Terra

Trovato il pianeta più vicino fuori dal nostro Sistema Solare in una "zona abitabile": è la notizia astronomica più importante degli ultimi anni. Ecco le risposte alle domande che tutti si fanno.

La scoperta è di quelle epocali: intorno a Proxima Centauri, la stella più vicina a noi dopo il Sole, orbita un pianeta roccioso, poco più grande della Terra: Proxima Centauri b (o solo Proxima b). La distanza dalla sua stella, una nana rossa, rientra nella cosiddetta fascia di abitabilità tale da consentire la presenza di acqua allo stato liquido.

E dunque – ipoteticamente – anche possibili forme di vita. Sarà difficile – anzi impossibile – trovare pianeti simili più vicini a noi. La scoperta apre la strada a molte domande. Ne abbiamo raccolto alcune con le relative risposte.

Che cosa sappiamo esattamente di Proxima b?

Doveroso iniziare da un breve ripasso di quello che sappiamo. Un gruppo di astronomi ha osservato grazie ai telescopi dello European Southern Observatory (ESO) un pianeta che orbita intorno a Proxima Centauri, la stella più vicina alla Terra dopo il Sole (4,25 anni luce).

Proxima b ha una massa stimata che è circa 1,3 volte quella della Terra; orbita intorno alla propria stella in 11,2 giorni (la Terra impiega 365 giorni per completare la sua orbita intorno al Sole), standole a una distanza di circa 7 milioni di km. Si tratta di una distanza molto piccola, in termini astronomici, se confrontata con quella di Mercurio rispetto al Sole (58 milioni di km) o della Terra rispetto al Sole (150 milioni di km).

Ma Proxima Centauri è una stella nana rossa, ha una luminosità che è circa un millesimo di quella solare. Gli astronomi hanno stimato che Proxima b riceva soltanto 2/3 della luce che riceve la Terra e che pertanto si trovi nella cosiddetta “zona abitabile” e abbia una temperatura di superficie stimata compatibile con la presenza di acqua liquida.

Questa infografica confronta l'orbita del pianeta di Proxima Centauri (Proxima b) con una regione di simili dimensioni del Sistema Solare. Proxima Centauri è più piccola e più fredda del Sole e l'orbita del pianeta è molto più vicina alla stella di quanto accada per Mercurio. Ne risulta che Proxima b si trova all'interno della zona abitabile, quella in cui l'acqua liquida potrebbe esistere sulla superficie del pianeta. © ESO/M. Kornmesser/G. Coleman

Ci sono alieni su Proxima B?

Al momento, nessuno può dirlo. Proxima b ha delle caratteristiche molto simili alla Terra per massa e temperatura e questo aumenta le probabilità che si siano sviluppate forme di vita simili alle nostre. Ma presenta anche delle sostanziali differenze. Per esempio rivolge alla sua stella sempre la stessa faccia, più o meno come fa la Luna con la Terra, mostrando sempre lo stesso lato. Forme di vita potrebbero evolversi soltanto nella faccia in ombra, dove si potrebbe trovare l’acqua e dove ci sarebbe una maggiore copertura dalla pioggia di raggi ultravioletti e raggi X che la stella emetterebbe in enorme quantità sotto forma di brillamenti.

L'imperativo, in questi casi, è di non far correre troppo la fantasia: è necessario che il pianeta abbia un’atmosfera sufficientemente densa per garantire una temperatura mite (potrebbe variare da -33 a oltre 100 °C, guarda la video simulazione), e una qualche protezione dalle radiazioni provenienti dalla sua stella.

In ogni caso, se ci sono alieni su Proxima b, dovrebbe essere più simili a microbi e batteri che a omini verdi.

Come possiamo scoprirlo con maggiore certezza?

Quando saremo – e se saremo – in grado di capire se c’è atmosfera e di studiarne la composizione chimica, potremo avanzare delle ipotesi più chiare sulla presenza eventuale di vita.

Qualora trovassimo segni di ossigeno e metano, che sono elementi che decadono velocemente, potremmo ipotizzare che c’è qualcosa di vivo che regolarmente “rifornisce” l’atmosfera di questi gas.

Se invece trovassimo altri gas come i clorofluorocarburi potremmo supporre che ci sia stata una forma di vita intelligente: alieni che hanno inquinato il loro mondo, un po’ come stiamo facendo noi.

Se trovassimo anche l’etano, potremmo persino ipotizzare che gli alieni si siano già istinti. Insomma, la priorità numero uno è determinare se Proxima b ha un'atmosfera.

Ci vorrà molto per scoprirlo?

Dipende. Se Proxima b transita tra la sua stella e la Terra abbiamo gli strumenti per analizzare l’atmosfera. Possiamo puntare Hubble verso Proxima centauri e analizzare la luce della stella filtrata dall’atmosfera. Le probabilità di riuscirci, purtroppo, non sono alte.

Qualora invece Proxima b non transiti tra noi e la sua stella dovremmo aspettare almeno 10 anni, quando saranno pronti gli strumenti in grado di osservare direttamente un pianeta così lontano da noi e così vicino alla sua stella. Il telescopio spaziale James Webb che rimpiazzerà Hubble nel 2018 non dovrebbe essere in grado di riuscirci.

Dovremo aspettare l’E-ELT, l’European Extremely Large Telescope, in costruzione in Cile. Sarà pronto nel 2024 e con il suo specchio da quasi 40 metri di diametro (39,3 per la precisione) potrebbe catturare la luce di Proxima b.

Perché non mandare una sonda?

Una missione con equipaggio è praticamente impossibile con le attuali tecnologie, ma anche l'invio di una sonda robotica è un’impresa. Proxima Centauri si trova a 4,25 anni luce di distanza, o se preferite 40.000 miliardi chilometri. In poco più di 4 anni ci arriveremmo alla velocità della luce, ma al momento è ben oltre le nostre possibilità.

La sonda più veloce mai costruita finora, New Horizons, ha impiegato 10 anni per percorrere 5 miliardi di km e arrivare a sfiorare Plutone. Una missione simile impiegherebbe 80.000 anni per raggiungere Proxima b.

Non possiamo costruire qualcosa di più veloce?

C’è già chi ci sta pensando. Si tratta del progetto Breakthrough Starshot: ha l’obiettivo di costruire e inviare delle nano sonde proprio verso il sistema di Alpha Centauri, di cui Proxima Centauri fa parte.

Le sonde verrebbero spinte dal laser e raggiungerebbero una velocità pari a un quinto di quella della luce. Riusciremmo così a raggiungere Proxima b in circa 20 anni.

Il progetto (leggi) è già stato finanziato dall'investitore e filantropo russo Yuri Milner con 100 milioni di dollari, ma è ancora in una fase embrionale. La scoperta dell’esopianeta potrebbe accelerare i tempi e attirare nuovi e più cospicui investimenti.

Perché non inviamo dei messaggi?

Questo lo possiamo fare, anche se alcuni sostengono che potrebbe essere pericoloso perché potremmo attirare l’attenzione di alieni ostili.

Ad ogni moddo, se si decidesse di inviare dei segnali verso Proxima b dovremmo aspettare 4,25 anni perché il messaggio arrivi e altrettanti perché arrivi una risposta. Quindi dovremmo aspettare circa 9 anni per saperne di più. Sempre che ci sia qualcuno su Proxima b e che sia in grado di riceve i nostri segnali, capirli e rispondere.

Ci sono altri pianeti come Proxima B?

Decisamente. Per esempio GJ 667Cc, scoperto nel 2012 da alcuni membri della stessa squadra che ha trovato Proxima b. Grazie al telescopio spaziale Kepler abbiamo scoperto migliaia di esopianeti, molti simili alla Terra e potenzialmente abitabili. Quanti potrebbero essercene? Si stima che in tutto l'Universo potrebbero essere 100 miliardi di miliardi. Ma Proxima b sarà sempre speciale: tra quelli più simili alla Terra è il più vicino.

26 agosto 2016
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