Spazio

Chi sarà il primo turista spaziale: Bezos, Branson o... nessuno dei due?

La corsa a chi aprirà l'era del turismo tra le stelle impazza. Sarà davvero Branson il primo turista spaziale? O il titolo spetterà a mr. Amazon? O a nessuno dei due?

Ormai ci siamo, se tutto andrà come da programma, tra qualche giorno potremo dire che, dopo tanti annunci, sarà finalmente iniziata l'era del turismo spaziale. In ballo ci sono ben due "progetti": quello della della Virgin Galactic di Richard Branson che dovrebbe portare i primi turisti nello spazio il prossimo 11 luglio e quello della Blue Origin di Jeff Bezos (fondatore di Amazon), che dovrebbe partire 9 giorni più tardi, il 20 luglio. 

A colpi di annunci! In questi ultimi mesi, però, la corsa alla conquista dello spazio per fini turistici ha vissuto una serie di colpi di scena. Il primo annuncio era arrivato da Jeff Bezos, che aveva fatto sapere che il primo volo di un turista verso lo spazio sarebbe avvenuto il prossimo 20 luglio, data scelta per l'anniversario del primo allunaggio. Successivamente Bezos specificò che a bordo della navicella della sua Blue Origin ci sarebbe stato lui in persona, con suo fratello Mark (nel video che segue, un test condotto da Blue Origin qualche mese fa)

A sorpresa, poi, fece sapere che un "biglietto" sarebbe stato venduto all'asta: se l'è aggiudicato un acquirente anonimo, ma facoltoso, se è vero che ha messo sul piatto ben 28 milioni di dollari, che andranno in beneficienza. Infine, di recente, l'ultimo colpo di teatro: un altro seggiolino sarà occupato dalla ottantaduenne Wally Funk, una pilota di grande esperienza che, durante test condotti dalla Nasa negli anni Sessanta, dopo avere dimostrato (lei, insieme ad altre 12 donne) di essere pienamente all'altezza di volare nello spazio, fu scartata dalla NASA che preferì puntare unicamente solo sugli uomini.

Branson rilancia! Quando gli occhi di tutto il mondo sembravano puntati sulla Blue Origin, ecco il rilancio di Richard Branson e della sua società Virgin Galactic: il primo turista spaziale sarà Branson in persona, che l'11 luglio salirà a bordo di Unity, un aereo-razzo il quale, a sua volta, verrà portato in quota da un aereo madre, lo Scaled Composites Model 348 White Knight Two (WK2). Unity verrà rilasciato a circa 15 chilometri di quota sul livello del mare e da lì, dopo un volo di alcuni minuti, raggiungerà autonomamente una quota compresa tra gli 80 e i 100 chilometri. A quel punto Branson e l'equipaggio sperimenteranno l'assenza di gravità, ammireranno il buio nell'Universo da una parte e l'azzurro della Terra dall'altra, prima di fare nuovamente rotta verso il nostro Pianeta con Unity che volerà come un aliante.

 

Virgin Galactic: il volo dello SpaceShipTwo
La SpaceShipTwo in un volo di prova, appena dopo il distacco dall'aereo madre, il WhiteKnighTwo. © Virgin Galactic

Sarà dunque Branson il vincitore di questa corsa al titolo di primo turista spaziale? Su questo punto ci sono discussioni in corso. Prima di tutto quello di Virgin Galactic viene considerato un lancio ancora sperimentale e non un volo "di routine" (come invece sarà per Blue Origin). Ma un altro motivo è legato alla quota raggiunta: se la navicella di Virgin Galactic non toccherà i 100 chilometri di quota, forse Branson non potrà dirsi astronauta a tutti gli effetti.

Il limite. Infatti secondo le convenzioni seguite dalla maggior parte dei fisici e degli organismi di regolamentazione, affinché qualcuno possa dire di trovarsi "nello spazio" deve superare la cosiddetta Linea di Kármán: si tratta dell'altitudine (attorno ai 100 km, appunto) in cui l'aria inizia a essere talmente rarefatta che i sistemi di propulsione basati su forze aerodinamiche non possono funzionare. 

Anche le Nazioni Unite hanno storicamente accettato questa convenzione che considera la Linea di Kármán come confine dello spazio. Le autorità degli Stati Uniti, invece, sono sempre state un po' meno… restrittive e considerano buona anche un'altezza inferiore, attorno agli 80 km, che secondo Andrew Gallagher Haley (l'avvocato americano che per primo, negli anni Sessanta, si specializzò in diritto spaziale) è la quota dove gli aerei tradizionali cessano di produrre la portanza che li tiene in volo. 

O nessuno dei due? Comunque la si voglia vedere, in realtà né Branson, né Bezos saranno davvero i primi privati ad andare nello spazio pagando di tasca propria. A oggi, infatti, ben sette persone sono state ospitate sulla Stazione spaziale per periodi di otto/dieci giorni: il primo turista fu Dennis Tito nel 2001, esattamente 20 anni fa. Sia lui sia tutti gli altri si sono dovuti sottoporre a un lungo addestramento che è durato mesi, condotto in Russia e negli Stati Uniti. Vivere sulla Stazione Spaziale infatti, richiede un notevole addestramento perché nulla può essere lasciato al caso.

E forse è proprio questo che distingue una missione turistica sulla ISS da un volo suborbitale (ossia che non va in orbita, ma ritorna dopo pochi minuti a Terra) come quelli in programma per Branson e Bezos: la possibilità di prepararsi nel giro di pochi giorni (oltre al costo del "biglietto", che per la Stazione Spaziale è dell'ordine di decine di milioni di dollari, mentre per questi voli suborbitali si aggira attorno ai 200-300 mila dollari).

 

In attesa di vedere come andranno queste prime missioni spaziali con turisti a bordo, gli "altri" non stanno a guardare: SpaceX ha in programma per fine anno la missione "Inspiration 4", finanziata dal miliardario Jared Isaacman, il cui obiettivo è raggiungere l'orbita terrestre bassa, poco sopra la ISS, e di restarci per circa 4 giorni. Mentre, sul fronte russo, a ottobre è in programma un volo Soyuz che dovrebbe portare l'attrice Yulia Peresild e il regista Klim Shipenko a bordo della Stazione spaziale per girare le scene di un film.  

7 luglio 2021 Luigi Bignami
Tag scienza - spazio -
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