Dopo un ritardo di alcune ore un razzo Soyuz è partito dalla nuova base di lancio russa di Vostochny, che in russo significa “orientale”. È certamente una buona notizia per la ricerca spaziale russa afflitta negli ultimi anni da una serie di problemi soprattutto economici.
Il Soyuz ha portato oltre l’atmosfera terrestre tre satelliti che sono stati posizionati nelle loro orbite come da manuale. Il satellite più pesante era l’Aist 2D che servirà per provare le caratteristiche di un nuovo veicolo spaziale molto compatto che sarà dotato di una sofisticatissima macchina fotografica in grado di osservare la Terra a varie frequenze e di un nuovo radar in grado di osservare oggetti fino a 5 metri di diametro e di “osservare” ciò che c’è al di sotto della superficie per alcuni decimetri di profondità.
Alla partenza del Soyuz era presente anche il presidente russo Vladimir Putin. «anche se c’è ancora un sacco di lavoro da fare, ma questo è un contributo serio e importante per lo sviluppo del settore spaziale russo», ha detto subito dopo il lancio.
GLI UOMINI DAL 2023. Il nuovo spazioporto, che si trova nella regione di Amur, in Siberia a circa 500 chilometri dal mare e non lontano dai confini con la Cina, è, ha detto dello stesso Putin, il più grande progetto di costruzione in corso nel Paese, con un bilancio stimato tra i 4,0 e i 5,3 miliardi di euro.
Dal 2012 nell’area stanno lavorando oltre 10.000 persone che, oltre allo spazioporto, hanno costruito una città per alloggiare 25.000 persone, strade per oltre 115 chilometri e ferrovie per 125 chilometri. Il tutto in un’area pochissimo abitata.
Tutto questo servirà per svincolarsi dal Kazakistan, nel cui cosmodromo di Baikonour i russi continuano a lanciare i propri razzi. Non a gratis: l'affitto costa 110 milioni di euro all’anno.
La base di Vostochny entrerà in attività a pieno regime a partire dal 2018, quando si prevede il lancio di 8-10 razzi all’anno. Stando però a quanto affermato dal vice primo ministro Dmitry Rogozin, i lanci di razzi con astronauti a bordo continueranno da Baikonur fino ad almeno il 2023.