Nel 2006, durante la 26° assemblea generale della International Astronomical Union, venne finalmente adottata una definizione formale e condivisa del termine pianeta. Un lavoro importante, che ha messo ordine tra i tanti criteri utilizzati per classificare i corpi celesti (anche se, putroppo, a farne le spese in quell'occasione è stato Plutone).
Allora, se le regole sono regole,
che cos'è un pianeta (nel Sistema Solare)?
1. un "pianeta" è un corpo celeste che ruota attorno al Sole; deve possedere una massa sufficiente affinché possa assumere una forma quasi rotonda e deve aver ripulito da oggetti più piccoli la sua orbita;
2. un "pianeta nano" è un corpo celeste che ruota attorno al Sole, deve possedere una massa sufficiente affinché possa assumere una forma quasi rotonda, ma non ha eliminato del tutto gli oggetti che si trovano lungo la sua orbita; e non deve essere satellite di un altro pianeta;
3. tutti gli altri oggetti in orbita attorno al Sole, ad eccezione dei satelliti, vengono chiamati collettivamente "piccoli corpi del sistema solare".
In base alle nuove regole Plutone venne declassato a pianeta nano, in quanto pur orbitando attorno al Sole ed essendo grosso modo sferico, non ha del tutto ripulito la sua orbita e oggetti come Cerere, Iris, Haumea, Makemake e altri, che fino ad allora non avevano una classificazione precisa - o al più erano definiti come asteroidi - divennero anch'essi pianeti nani.
Lavoro incompleto? Quei criteri non mancarono di sollevare dubbi, fin da subito e negli anni a seguire, in particolare perché non chiariscono il concetto di pulizia dell'orbita. Al punto che persino la Terra non risponde in pieno ai requisiti per poterla definire un pianeta: la nostra dimora sarebbe dunque un non-pianeta?
Si è così recentemente arrivati a una nuova formulazione dei criteri per la definizione di pianeta, avanzata da un gruppo di ricercatori planetari che comprende Alan Stern, uno dei maggiori sostenitori dell'idea di restituire a Plutone lo status di pianeta. In estrema sintesi, ecco la proposta di radicale ridefinizione dei criteri:
un pianeta
# ha una massa inferiore a quella di una stella,
# non ha mai subito fusione nucleare al suo interno,
# la sua gravità gli conferisce una forma sferoidale.
Il tutto indipendentemente dai suoi parametri orbitali.
Kirby Runyon, del Department of Earth and Planetary Sciences alla Johns Hopkins University, sottolinea che «in questo modo non solo si definiscono meglio i parametri che deve avere un pianeta del nostro Sistema Solare, ma anche quelli degli oggetti che ruotano attorno ad altre stelle, cioè i pianeti extrasolari.
In più risolve il problema dei corpi celesti espulsi dal loro sistema solare e che vagano nel buio dello spazio interstellare».
Luci e ombre... La proposta dei nuovi criteri sarà discussa al 48° Lunar and Planetary Science Conferenze di Houston (20-24 marzo 2017).
Se venisse accettata, quali saranno le conseguenze? Innanzi tutto Plutone sarà riclassificato pianeta.
Bene, e insieme a lui molti altri oggetti del Sistema Solare entreranno a far parte della famiglia: Ganimede, Europa, persino la nostra Luna. I nuovi pianeti saranno in totale 110!
«Certo non potremo ricordarceli tutti a memoria come facciamo con gli otto-nove a cui siamo abituati, ma che importanza ha?», afferma Runyon. «Anche delle stelle non conosciamo tutti i nomi...»
Il ricercatore non sottoporrà la nuova definizione alla International Astronomical Union perché, sostiene, è problema da planetologi e la soluzione va trovata con i planetologi, non con gli astronomi. Una guerra tra scienziati, dunque, che potrebbe ridarci Plutone - insieme ad altri 101 pianeti da studiare sui capitoli dei libri di scuola del futuro, intitolati Il nostro grande, grosso Sistema Solare...