Mappa del cielo con indicata la posizione di Alpha Centauri, il sistema stellare più vicino al Sole. Attorno ad Alpha Centauri B, secondo i risultati di una serie di complesse simulazioni numeriche, potrebbero essere presenti uno o più pianeti di tipo terrestre.
Le tre stelle del sistema di Alpha Centauri a confronto con il Sole.
Alpha Centauri è il sistema stellare più vicino a noi, da cui ci separano circa 4,3 anni luce. È formato da due stelle principali, Alpha Centauri A e B e da una nana rossa, Proxima Centauri.
La più grande del sistema binario, Alpha Centauri A, è simile al Sole, anche se un po' più massiccia e brillante e, come il Sole, appartiene al tipo spettrale G2 V. L'altra, Alpha Centauri B, è più piccola e debole, di tipo spettrale K1 V.
Le due maggiori ruotano l'una attorno all'altra lungo un'orbita ellittica, avvicinandosi fino a poco meno di 1 miliardo e 700 milioni di km e allontanandosi fino a circa 5,5 miliardi di km, durante un periodo di quasi 80 anni. La nana rossa Proxima Centauri dista quasi 2.000 miliardi di km dalla binaria Alpha Centauri, e, se effettivamente si trova in orbita attorno a questa, avrebbe un periodo di 500.000 anni o più.
Per questo motivo, Proxima è a volte chiamata Alpha Centauri C. Il consueto nome Proxima indica la sua vicinanza relativa al nostro Sistema Solare, rispetto alla binaria Alpha Centauri. Non è ancora chiaro se Proxima stia davvero orbitando attorno alle altre due.
Adesso, i risultati di una serie di simulazioni numeriche condotte da un gruppo di ricercatori dell’Università della California (Santa Cruz) mostrano che attorno ad Alpha Centauri B potrebbero essersi formati dei pianeti di tipo terrestre nella cosiddetta “regione di abitabilità”, cioè la zona attorno alla stella in cui le condizioni di temperatura sono tali da permettere l’esistenza di acqua allo stato liquido su un eventuale pianeta. Per giungere a questa conclusione sono state effettuate diverse simulazioni partendo da differenti condizioni iniziali. In tutti i casi è risultato che almeno un pianeta simile alla Terra si è formato.
Si tratta di una sfida per gli astronomi sperimentali che con gli strumenti attualmente disponibili dovrebbero essere in grado di rilevare la presenza di un oggetto del genere.
La tecnica più usata e più efficiente per scoprire pianeti che orbitano attorno ad altre stelle è quella del metodo Doppler, grazie al quale è possibile rilevare i piccolissimi spostamenti radiali della stella indotti dalla presenza di uno o più pianeti compagni.
Con questa tecnica sono stati finora scoperti circa 230 esopianeti. Rilevare pianeti di tipo terrestre però non è cosa facile, in quanto a causa della loro piccola massa inducono perturbazioni molto piccole sulla stella compagna.
Con il passare del tempo si moltiplicano le scoperte di dischi di materia circumstellare precursori di sistemi planetari e non mancherà tanto, grazie in particolare alle missioni spaziali Corot (già in orbita) e a quelle di prossima realizzazione come il supertelescopio orbitante da 6 metri di apertura, che anche pianeti di tipo terrestre si aggiungeranno alla lista dei loro compagni giganti, simili a Giove, finora scoperti.