Spazio

Pianeti a mezzogiorno

Oggi 7 marzo, Giove e Mercurio se fossero visibili nel cielo notturno ci apparirebbero separati tra di loro da una distanza angolare di poco superiore a 1°....

Oggi 7 marzo, Giove e Mercurio se fossero visibili nel cielo notturno ci apparirebbero separati tra di loro da una distanza angolare di poco superiore a 1°. Questa bella congiunzione non è però visibile dalla Terra poiché i due pianeti si trovano in prossimità del Sole. I nostri occhi si perderanno quindi questo bellissimo spettacolo, che però non è sfuggito al satellite SOHO (SOlar and Heliospheric Observatory), una missione congiunta ESA-NASA che da quasi 15 anni con i numerosi strumenti di cui dispone sta tenendo sotto continuo controllo la nostra stella. E’ stato appunto uno di questi strumenti, LASCO (Large Angle Spectroscopic Coronographs), che, utilizzando un dischetto (coronografo) posto sul piano focale del piccolo telescopio per evitare che l’abbacinante luce proveniente dalla fotosfera impedisca di vedere le regioni prossime al disco solare, ha permesso di ottenere una bellissima sequenza di immagini del più grande e del più piccolo dei pianeti del Sistema Solare mentre si stanno avvicinando apparentemente l’uno all’altro.

Immagine ripresa ieri dallo strumento LASCO del satellite per l'osservazione del Sole SOHO, in cui sono visibili Giove e Mercurio in congiunzione e un'eiezione di materia dalla corona (CME).

Questa osservazione ha permesso di riprendere anche una eiezione di materia dalla corona solare, una cosiddetta CME (acronimo dell’inglese Coronal Mass Ejection). Si tratta di materiale espulso sotto forma di plasma ed è costituito principalmente da elettroni e protoni (oltre a piccole quantità di elementi più pesanti come elio, ossigeno e ferro), che viene trascinato nello spazio interplanetario dal campo magnetico della corona solare.
Quando queste nubi di particelle cariche raggiungono il nostro pianeta (in questo caso vengono chiamate ICME - Interplanetary CME) possono disturbare la magnetosfera terrestre, comprimendola nella regione illuminata dal Sole ed espandendola nella regione non illuminata. Quando avviene la riconnessione della magnetosfera nella zona notturna, si generano migliaia di miliardi di watt di potenza diretti verso l'atmosfera terrestre superiore, che provocano aurore polari particolarmente intense. Le espulsioni di massa della corona assieme ai flare (enormi esplosioni indotte dal campo magnetico del Sole che periodicamente si verificano sulla sua superficie) possono disturbare le trasmissioni radio, creare interruzioni di energia elettrica, danneggiare i satelliti e le linee di trasmissione elettriche.

7 marzo 2010 Mario Di Martino
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