Il 28 maggio il rover della NASA Perseverance ha ispezionato con attenzione una roccia alla base di quello che un tempo era un delta fluviale, all'interno del cratere marziano Jezero. Nella foto che documenta l'impresa si nota soltando un'impronta tonda nei sedimenti fini del Pianeta Rosso, ma quel "bollino" ha una grande importanza: significa che Perseverance ha iniziato a fare quello per cui è stato mandato su Marte, e cioè cercare tracce di vita passata nella parte terminale di quell'antico fiume.
Si aprono le danze. Gli esobiologi della missione attendevano con impazienza l'arrivo del rover nel delta fluviale, l'area più interessante per la ricerca di tracce di vita: sulla Terra, i sedimenti depositati dai fiumi pullulano di microrganismi e si spera che qualcosa di simile possa valere per il passato di Marte. Prima di spingersi fino alla base del delta, Perseverance - su Marte da febbraio 2021 - ha esplorato il fondo del cratere Jezero dove ha trovato rocce ignee, un tipo di minerale che si forma dal raffreddamento di materiale fuso e che permette di ricavare datazioni precise, sulla base del decadimento dei materiali radioattivi negli elementi che compongono le rocce.
Antichi sedimenti. Lo scorso aprile Perseverance si è spinto fino alla base del delta dell'antico fiume, dove ha trovato due tipi di rocce: le argilliti, rocce grige sedimentarie a grana molto fine che si formano per la lenta stratificazione dei sedimenti di un fiume o di un lago; e l'arenaria, a grana più grossolana, depositata da acque che scorrono più rapidamente.
Come spiegato su Nature, queste rocce, che si trovano in una regione detta Enchanted Lake, sono già ottimi obiettivi per studiare la varietà delle potenziali antiche forme di vita marziana, ma Perseverance si è spinto poi in un'area ancora più interessante detta Hawksbill Gap, dove sta lavorando attualmente. L'area circolare di recente abrasione è stata scavata in uno degli strati di roccia più profondi del delta fluviale, ossia una delle rocce più antiche.
Difficile scelta. Il delta si trova sollevato di una quarantina di metri rispetto al fondo del cratere. Nei prossimi mesi, Perseverance percorrerà questo dislivello per grattare la superficie di altre rocce e capire quali siano le più importanti da campionare. Sulla via del ritorno si fermerà per perforare quelle prescelte e conservarne alcune parti.
Gli ingegneri di NASA ed ESA pensano di sigillarne una trentina in altrettanti tubi spessi come una matita che il rover disseminerà sulla superficie marziana in attesa che una futura missione li riporti a Terra.
I campioni potrebbero essere depositati in una regione piatta e con poche rocce tra Enchanted Lake e Hawksbill Gap, ossia dove si trova ora Perseverance, nel sito di atterraggio ideale per future missioni marziane.
Un rientro a tappe. A settembre la NASA chiamerà a raccolta gli scienziati planetari per capire se i campioni abbiano un valore scientifico tale da giustificare una costosa missione per riportarli a Terra (che dovrebbe includere due lander, uno con un rover per raccoglierli e uno con un razzo per rispedirli in orbita marziana, dove saranno prelevati da un'altra navicella). Tutto questo potrebbe non avvenire prima del 2033, ma non c'è fretta: i tubi di campionamento di Perseverance sono pensati per resistere alle condizioni marziane per decenni.