Dopo qualche piccolo intoppo tecnico dell'ultimo minuto, dalla serata di ieri, giovedì 6 giugno, la navicella Starliner di Boeing è saldamente ancorata alla Stazione Spaziale Internazionale. Con la capsula Crew Dragon agganciata dalla parte opposta della ISS, è la prima volta che due taxi spaziali statunitensi destinati al trasporto dell'equipaggio sono contemporaneamente uniti al nostro avamposto spaziale. Prima del docking, tuttavia, la Starliner e suoi occupanti hanno dovuto gestire due piccole perdite di elio.
A che cosa serve l'elio? L'elio pressurizzato non viene usato direttamente come propellente, ma per aiutare a spingere il propellente verso i motori del razzo e della capsula (da accendere nel caso si volesse allontanare la navicella dalla ISS). Una piccola perdita di elio era stata rilevata poco prima del lancio della Starliner di mercoledì 5 giugno e definita accettabile; altre due sono emerse invece mentre la navicella si avvicinava alla ISS, poco prima che gli astronauti a bordo, Butch Wilmore e Sunita Williams, iniziassero il loro periodo di sonno. L'unico rischio era che l'elio si esaurisse e non fosse poi più disponibile per esercitare le funzioni descritte, perciò, per cautela, il comando di Terra ha invitato gli astronauti a chiudere le due valvole in cui erano presenti le piccole ma continue perdite.
Le fasi di attracco. La perdita ormai ridotta al minimo è stata monitorata da Terra mentre gli astronauti riposavano. La situazione è stata definita stabile e non desta preoccupazioni. Risolto questo imprevisto, alcuni problemi ai motori della Starliner hanno ritardato di un'ora l'aggancio alla ISS: Wilmore e Williams hanno pilotato manualmente la navicella fino a un'orbita di "parcheggio" a 200 metri dalla Stazione Spaziale Internazionale, dove la capsula ha atteso la risoluzione degli intoppi. Recuperati i motori, la manovra è stata poi completata in modo automatico. A meno di proroghe nei prossimi giorni, i due astronauti dovrebbero rientrare a Terra con la Starliner il 14 giugno.