Gli astronauti che viaggiano nello spazio russano molto raramente. Non è impossibile, in effetti, russare in orbita, ma è molto difficile che accada visto che, in assenza di peso, le vie aeree sono meno ostruite. Sulla Terra, infatti, si inizia a russare quando la forza di gravità spinge nella parte posteriore del cavo orale la lingua e i tessuti molli della bocca, che vanno a interferire con il passaggio dell'aria nell'esofago. In condizioni di microgravità, invece, la lingua e la mascella restano sospese, anziché rilassarsi verso la gola.
Uno studio del National Institute of Health americano, condotto su cinque astronauti in missione sulla Stazione Spaziale Internazionale, si è interessato alla questione. I soggetti sono stati monitorati prima, durante e dopo la loro permanenza in orbita e si è rilevato come in tutti la roncopatia presente sulla Terra, fosse quasi scomparsa nello Spazio.
Sonno perso. In ogni caso, né la cornice stellata né il cullante ronzio della Stazione Spaziale Internazionale conciliano il sonno del suo equipaggio: gli astronauti soffrono infatti di importanti carenze di sonno, sia durante le missioni spaziali, sia nei mesi precedenti alla partenza.
A dirlo è stato un ampio studio di monitoraggio del sonno dei cosmonauti compiuto dalla Divisione di disturbi del sonno e circadiani del Brigham and Women Hospital (BWH), alla Harvard Medical School di Boston (Stati Uniti). La ricerca sottolinea anche un altro dato, più preoccupante: quello del frequente ricorso degli equipaggi a farmaci per facilitare il riposo.
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