Il primo volo nello spazio di un velivolo privato è stato un successo. Ma poteva trasformarsi in una terribile tragedia. I retroscena di un record "rischiosissimo".
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Il velivolo privato durante un volo di prova. I responsabili del progetto al momento hanno sospeso nuovi voli spaziali. |
Il razzo, pilotato dal sessantaduenne Michael Melvill e realizzato grazie ad un sostanzioso contributo economico da parte di Paul Allen, cofondatore di Microsoft, ha compiuto il suo primo volo lunedì 21 giugno. Partito dall'aeroporto di Mojave nel deserto della California, Space Ship One ha raggiunto i 100 chilometri di altezza prima di rientrare alla base.
La paura fa 90! La missione è durata in tutto un'ora e mezza, ma per il non più giovanissimo astronauta sono stati 90 minuti di terrore. Il primo guasto si è manifestato non appena usciti dall'atmosfera. All'accensione dei razzi di propulsione, il veicolo ha subito uno sbandamento di circa 90 gradi prima di riprendere l'assetto corretto. Melvill era già pronto a spegnere i motori e rientrare alla base, ma la riconquistata stabilità del suo mezzo lo ha spinto ad andare avanti.
Razzo col botto. Altri momenti di tensione a bordo dello Space Ship One si sono registrati quando, a motori accesi, si è sentita una fortissima esplosione: probabilmente la carena che protegge i bocchettoni dei propulsori si è rotta a causa del fortissimo stress aerodinamico al quale è stata sottoposta. A detta dei tecnici avrebbe anche potuto staccarsi completamente senza peraltro compromettere la sicurezza della missione.
Il razzo sarebbe dovuto partire per un secondo volo nei prossimi giorni, e conquistare così i 10 milioni di dollari messi in palio dalla Fondazione Ansari per il primo veicolo spaziale privato della storia. Al momento è però tutto sospeso, almeno fino a quando i tecnici non avranno fatto luce sulle cause degli inconvenienti.
(Notizia aggiornata al 23 giugno 2004)