Spazio

Paolo Nespoli presenta la missione VITA

Il logo, i significati e gli esperimenti scientifici che caratterizzeranno il terzo viaggio dell'astronauta sulla Stazione Spaziale Internazionale, da maggio a novembre 2017.

VITA, come quella umana e come Vitality, Innovation, Technology, Ability: è questo il nome della missione di lunga durata dell'Agenzia Spaziale Italiana che vedrà l'astronauta dell'ESA Paolo Nespoli partire per la terza volta verso la ISS, dove rimarrà da maggio a novembre 2017, nell'ambito dell'Expedition 52/53.

Passaggio di testimone. Il patch con il luogo della missione è stato presentato oggi in una conferenza stampa dell'ASI e ha sostituito sulla tuta di Paolo il vecchio stemma della precedente MagISStra. Rappresenta il "terzo Paradiso", un connubio tra il simbolo di infinito e quello di finito che ospita nelle parti laterali le icone del DNA e di un libro (la scienza e l'aspetto educational); e in quella centrale la Terra, senza confini e inserita in una sagoma che ricorda quella dell'occhio dell'astronauta.

Paolo Nespoli illustra i temi della missione VITA. © ESA/ASI

Una parola complessa. «Essere vivi non vuol dire solo avere un cuore che batte, ma anche un cervello che funziona e mani che lavorano; vivere insieme, credere nello sviluppo, gestire correttamente le risorse, usare l'innovazione per portare questa vita su altri pianeti e migliorarla sulla Terra» ha detto Nespoli, dopo aver raccontato la giornata tipo sulla ISS.

Vita è un termine universale, comprensibile in tutte le lingue: vitalità e abilità rispecchiano una dimensione più strettamente umana, innovazione e tecnologia, quella più scientifica.

La scienza di bordo. La missione di Paolo sarà una sintesi tra questi due aspetti. Moltissimi gli esperimenti che la caratterizzeranno, concentrati soprattutto sull'aspetto medico-fisiologico. A partire dai 4 progetti di ASI Biomission. CORM (dell'Università di Firenze) analizzerà i danni subiti dalle cellule della retina in microgravità, testando su di esse le proprietà anti-apoptotiche del coenzima Q10. Sulla Terra, queste conoscenze saranno utili negli studi contro il glaucoma e la degenerazione maculare senile.

MyoGravity (dell'Università di Pescara) porterà in orbita cellule muscolari di Paolo, e ne studierà altre a Terra in microgravità simulata. Si potranno così distinguere le cause della degenerazione cellulare degli astronauti, ma anche di chi è affetto da atrofia muscolare.

NANOROS (dell'Istituto Italiano di Tecnologia), analizzerà le cellule cardiache in orbita e cercherà di capire se le nanoparticelle di ossido di cerio possano guarirle. SERISM (del Campus Biomedico di Roma) ricaverà tessuto osseo dalle cellule staminali presenti nel sangue, e lo studierà in orbita, analizzandone la capacità di rigenerarsi, importante per chi soffre di osteoporosi.

L'esperimento ARAMIS (di Thales Alenia Space e Altec, entrambe di Torino) ha invece sviluppato una app di realtà aumentata per iPad grazie alla quale Paolo potrà compiere operazioni di manutenzione sulla ISS riducendo i tempi e aumentando le ore da dedicare agli esperimenti.

In-SITU (dell'Università di Bologna), porterà sulla ISS un lettore di 9 diversi parametri fisiologici estratti dalla saliva (tra i quali il livello di cortisolo, che indica lo stress dell'astronauta a bordo). La salute di Paolo potrà essere monitorata da remoto semplicemente attraverso la masticazione di un pezzo di cotone.

Orthostatic Tolerance (dell'IRCCS San Raffaele Pisana Roma), è un esperimento su fluidi corporei, soprattutto sul sistema cardiocircolatorio. Ha studiato un protocollo di allenamento a bordo che consente agli astronauti di mitigare i disturbi legati alla microgravità, e al successivo ritorno a Terra.

PERSEO (dell'Università di Pavia e Thales Alenia Space) farà provare a Nespoli una giacca riempita di acqua, che altro non è che un dimostratore tecnologico di uno scudo contro le radiazioni cosmiche, da usare in caso di brillamento solare. L'acqua sarà inserita nella giacca direttamente sulla ISS, e poi riciclata.

L'esperimento ARTE (di Argotec e Politecnico di Torino), ancora in fase di discussione, potrebbe portare sulla stazione uno scambiatore di calore che utilizza 4 diversi fluidi non tossici per regolare temperatura di alcuni ambienti. A Terra potrebbe essere utilizzato per non far ghiacciare le ali degli aerei.

MINI-EUSO (dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) è invece un telescopio puntato verso Terra per mappare il nostro pianeta nell'ultravioletto, studiare micrometeoriti e detriti spaziali, e osservare il "mare latteo" generato dal plancton.

LIDAL (dell'Univerisità di Tor Vergata di ROMA e Infn), darà l'idea del flusso di radiazioni cosmiche che investiranno la ISS durante la permanenza di Paolo a bordo.

Infine, Multi-Trop (dell'Università Federico II di Napoli con la partecipazione degli studenti di un liceo scientifico di Portici) un esperimento educational, studierà dove si dirigono le radici delle piante una volta germinate da un seme, se crescono in microgravità. A bordo potrebbero andare in qualsiasi direzione, oppure verso l'acqua, o verso l'acqua con nutrienti. Saperlo potrebbe rivelarsi fondamentale in vista di future coltivazioni su Marte.

24 novembre 2016 Elisabetta Intini
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