E’ noto ormai da tempo che l’Universo su grande scala ha una struttura “spugnosa”, caratterizzata da lunghi filamenti costituiti da galassie e ammassi di galassie e da enormi vuoti. La materia che forma l’Universo, infatti, non è distribuita in maniera uniforme: le stelle sono riunite in galassie, le galassie in gruppi e in ammassi e superammassi di galassie. Le teorie cosmologiche accettate prevedono che la materia si aggreghi su una scala ancora più ampia, nella cosiddetta “rete cosmica”, in cui enormi filamenti di galassie attraversano il vuoto cosmico, creando una gigantesca struttura reticolare.
Da diversi anni i cosmologi cercavano le prove della presenza di questi filamenti di galassie nell'universo più lontano, dove ancora mancava una solida prova della loro esistenza. Si tratta di strutture le cui lunghezze hanno valori tipici di decine di milioni di anni luce e costituiscono una sorta di “scheletro” dell'Universo: le galassie si accumulano in questi filamenti, e immensi ammassi di galassie vanno a formare le loro intersezioni.
Immagine 3D della struttura di un piccolissimo “spicchio” di Universo. Finora, non ci si era mai spinti così lontano nella determinazione della distribuzione delle galassie su grande scala. I punti in rosso rappresentano le galassie che formano la nuova struttura rilevata da questo studio.
Adesso, un gruppo di astronomi dell’European Southern Observatory (ESO), coordinato da Masayuki Tanaka, è riuscito a scoprire una grande struttura intorno ad un ammasso di galassie distanti in immagini ottenute nel corso di una serie di impegnative campagne osservative effettuate con alcuni dei più potenti telescopi attualmente disponibili. Per analizzare la struttura con maggiore dettaglio si è fatto ricorso a osservazioni spettroscopiche ottenute grazie agli strumenti VIMOS del Very Large Telescope (VLT) dell'osservatorio di Monte Paranal (ESO, Cile) e FOCAS del telescopio Subaru, operativo presso l'osservatorio astronomico nazionale giapponese situato sulla vetta del vulcano spento Mauna Kea (Hawaii). Tutti i telescopi usati in questa ricerca hanno un’apertura di 8 metri.
Grazie a queste e ad altre osservazioni, gli astronomi hanno potuto identificare diversi gruppi di galassie che circondano l’ammasso principale, almeno 10.000 volte più massiccio della Via Lattea, distinguendo decine di questi aggregati, ciascuno dei quali ha una massa che va da alcune decine ad alcune migliaia di volte quella della nostra Galassia.
E' la prima volta che si è riusciti a osservare una struttura dell'universo distante così importante e così ricca di informazioni. Adesso, secondo Tanaka “possiamo passare dalla 'demografia', cioè dal censimento degli oggetti presenti che abbiamo appena concluso, alla 'sociologia', ovvero allo studio delle proprietà delle galassie che dipendono dal loro ambiente, in un'epoca in cui l'universo aveva un'età pari a solo due terzi dell'età presente.
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Il filamento di galassie osservato si trova ad oltre 7 miliardi di anni luce da noi e si estende per almeno 60 milioni di anni luce, anche se probabilmente tale struttura si estende anche oltre le capacità osservative attuali. Per questo motivo occorreranno ulteriori osservazioni, già pianificate, per ottenere una stima definitiva delle sue dimensioni.