Nel dicembre 1990, durante un flyby con la Terra nel suo viaggio in direzione di Giove, la sonda Galileo si rivolse verso il nostro pianeta per cercare segni di vita osservabili dallo Spazio. In quella serie di esperimenti ideati da Carl Sagan, astronomo co-fondatore del Seti (Search for Extra-Terrestrial Intelligence, programma di ricerca di forme di vita intelligente extraterrestre), furono rilevati alti livelli di metano e ossigeno, che suggerirono che sul Pianeta in questione si compiva la fotosintesi.
Sulle orme di Sagan. Ora, a quasi 30 anni di distanza, alcuni astronomi dell'Università dell'Arizona a Tucson hanno voluto ripetere il test, approfittando del passaggio ravvicinato, a fine 2017, della sonda della Nasa OSIRIS-REx. Il veicolo spaziale in viaggio verso Bennu, l'asteroide che approccerà ad agosto 2018, è passato a una distanza 22 volte inferiore quella tra la Terra e la Luna, e ha rivolto gli strumenti verso "casa".
C'è vita laggiù! I suoi spettrografi - che identificano la presenza di gas studiando l'assorbimento di specifiche lunghezze d'onda mentre la luce passa attraverso l'atmosfera - hanno registrato livelli di metano, ossigeno e ozono molto più alti rispetto ai valori attesi per un mondo senza vita: un chiaro indizio di un'attività biologica in corso. L'assorbimento di luce visibile da parte della terraferma ha inoltre confermato la presenza di fotosintesi. Che sulla Terra ci fossero vita e piante non è esattamente una novità: le osservazioni sono però un importante test per capire quali siano le "impronte spettrali" compatibili con la vita da cercare in eventuali esopianeti.
un po' più inquinata. Rispetto all'esperimento della sonda Galileo, tuttavia, ci sono importanti novità. I livelli di metano e anidride carbonica rilevati da OSIRIS-REx sono più alti rispettivamente del 12% e del 14% in confronto al 1990. Non c'è da stupirsi: rispetto ad allora siamo circa 2 miliardi in più, e abbiamo più fonti inquinanti.