9 settembre, aggiornamento. È avvenuto con successo il lancio della sonda OSIRIS-Rex della Nasa, per la sua missione di 7 anni per riportare a Terra polveri prelevate da un asteroide che passa relativamente vicino alla Terra. Qui una dichiarazione di John Robert Brucato, ricercatore dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), membro del team di controllo degli strumenti OVIRS (OSIRIS-REx Visible and IR Spectrometer) e OTES (OSIRIS-REx Thermal Emission Spectrometer). Più sotto, i dettagli della missione.
«Le analisi dei campioni che saranno prelevati dall'asteroide Bennu e riportati a terra dalla missione OSIRIS-REx ci permetteranno di capire quale è l'origine della materia organica che più di quattro miliardi di anni fa, cadendo sulla Terra, ha dato l'avvio alla vita sul nostro pianeta. Bennu è un asteroide primitivo ricco di carbonio rimasto praticamente inalterato dalla formazione del Sistema Solare e che ha, quindi, mantenuto il materiale di cui è composto nello suo stato originario. La Terra di contro, così come gli altri pianeti del Sistema Solare, attraverso i processi geologici, ha cancellato le tracce del materiale da cui si è formata, rimescolando tutti gli elementi chimici. Nei 60 grammi di materia che avremo recuperato nel 2023 saranno invece contenuti tutti gli elementi chimici presenti nell'Universo. Tutta la nostra storia sarà raccolta sul palmo di una mano e richiederà solo di essere decifrata utilizzando i migliori strumenti di analisi disponibili oggi nei laboratori di tutto il mondo.»
L'asteroide in questione è 101955 Bennu, un gigantesco masso che si formò 4,5 miliardi di anni fa, nello stesso momento in cui presero forma la Terra e gli altri pianeti del sistema solare. Ma a differenza dei pianeti, questo asteroide ha mantenuto quasi invariate le sue caratteristiche primordiali. Conoscerne composizione e proprietà di quell’oggetto equivale a leggere le pagine di storia di quel periodo così lontano.
Bennu ha un diametro di circa 500 metri e viaggia a più di 100.000 chilometri all’ora. La scelta di esplorare quell’asteroide è legata soprattutto alla sua orbita: è quasi circolare e ogni 6 anni passa a poco più di 300.000 chilometri dalla Terra, quindi relativamente vicino.
Inoltre questo asteroide non ruota su se stesso molto velocemente, come fanno altri piccoli oggetti. Dunque presenta meno rischi che il materiale espulso dalla superficie dell'asteroide colpisca la sonda, vanificando la missione.
UN ASPIRAPOLVERE IN AZIONE. OSIRIS-Rex (Origins Spectral Interpretation Resource Identification Security Regolith Explorer) avrà infatti il non facile compito di raccogliere campioni di Bennu.
L'arrivo nei pressi del asteroide è previsto per l’agosto del 2018. Dopo sei mesi di ricognizione e di analisi della superficie e delle caratteristiche geologiche verrà scelta l’area di discesa.
Da una quota di vari chilometri (la sonda entrerà nell'orbita del Sole, su una traiettoria parallela a quella del suo obiettivo) OSIRIX-Rex scenderà fino a quasi toccare la superficie dell'asteroide. Allora allungherà un braccio di 3,35 metri di lunghezza che lentamente andrà a toccare la superficie di Bennu.
Quando verrà a contatto con essa verrà spruzzato un getto di azoto per sollevare un po’ di polvere. Un sistema studiato appositamente aspirerà il materiale (si prevede non meno di 60 grammi) che verrà raccolto in una camera di immagazzinamento.
Si torna a casa. raccolto il materiale, la sonda inizierà il viaggio di ritorno che la porterà vicino alla Terra nel 2023. A quel punto una capsula con il prezioso carico si staccherà dalla sonda madre per atterrare sul nostro pianeta.
La speranza dei ricercatori è di trovare elementi utili alla vita per capire quali relazioni vi sono state tra gli asteroidi e la nascita della vita sulla Terra oltre che le relazioni tra gli asteroidi e l’acqua presente sul nostro pianeta, visto che non sono state le comete a “riempire” gli oceani terrestri.
OCCHI PUNTATI ANCHE DAI “MINATORI SPAZIALI”. La missione sarà utile non solo per conoscere le caratteristiche primordiali del sistema solare, ma anche per studiare la struttura di Bennu per due motivi. Il primo di "sopravvivenza": se i calcoli sono corretti, tra il 2169 e il 2199 potrebbe trovarsi in rotta di collisione con la Terra e se così fosse sarà necessario intervenire per deviarne l’orbita. Il secondo motivo è "economico": la missione sarà interessante anche per quelle società nate con lo scopo di esplorare, colonizzare e costruire miniere su asteroidi ricchi di minerali utili all’umanità.
Ora però il primo passo, il lancio che avverrà con un razzo Atlas V da Cape Canaveral proprio vicino alla rampa di lancio che pochi giorni or sono vide l’esplosione di un Falcon 9 della Space X, un’altra società che vede nell’esplorazione spaziale la possibilità di importanti ritorni economici.