Dodici minuti dopo la mezzanotte italiana, il 21 ottobre 2020, è arrivata la conferma ufficiale: la sonda della NASA OSIRIS-REx ha toccato la superficie dell'asteroide Bennu e compiuto tutte le manovre necessarie per prelevare un campione di polveri dal sito scelto per l'operazione. I dati di telemetria indicano che il braccio robotico TAGSAM incaricato della raccolta è stato correttamente dispiegato e ha, come previsto, emesso un getto di azoto per sollevare materiale dalla superficie del corpo celeste - materiale correttamente "aspirato" a bordo della sonda. I dati hanno poi confermato l'accensione dei propulsori pochi secondi dopo il contatto, per portare la sonda di nuovo a una distanza di sicurezza da Bennu.
Basterà? OSIRIS-REx ha compiuto la manovra in maniera autonoma, seguendo istruzioni programmate da tempo e inviando le varie comunicazioni, che giungono a Terra con 18 minuti di ritardo. Rimane da capire se sia in effetti riuscita a raccogliere materiale a sufficienza: servirà una settimana per avere conferma di aver prelevato almeno 60 grammi di polveri, lo stretto necessario per compiere analisi approfondite. Il team di missione analizzerà le immagini del sito di atterraggio prima e dopo la manovra per accertarsi che il braccio TAGSAM abbia creato sufficiente dispersione di polveri sulla superficie: sarebbe un primo indizio di una raccolta andata a segno.
Per determinare la quantità di polveri si effettueranno anche una serie di foto della piastra di raccolta del braccio robotico; in seguito si proverà a misurare la massa del campione valutando come questa influisca sulla rotazione di TAGSAM attorno a un asse centrale, con una manovra che è già stata testata in passato, quando il braccio era vuoto.
Cariche di riserva. Se la missione è pienamente riuscita, OSIRIS-REx potrebbe cominciare il suo viaggio di ritorno a marzo 2021. Altrimenti potrà ritentare a partire da gennaio, sfruttando le altre due cariche di azoto disponibili. Anche la sonda giapponese Hayabusa2 ha prelevato due campioni di asteroide - la sua roccia si chiama Ryugu - che è pronta a consegnare alla Terra il 6 dicembre 2020, prima di fare ritorno nello Spazio profondo.