È dal 10 giugno 2018 che il rover della NASA Opportunity, inviato in esplorazione su Marte, se ne sta in silenzio sulle pendici del cratere Endeavour. Non dà notizie da quando una tempesta di polvere ha ricoperto l’intero pianeta, oscurando il cielo e rendendo impossibile la ricarica delle batterie attraverso l’energia solare.
Ora ci sono segnali che indicano come la tempesta globale si stia indebolendo: col diradarsi delle polveri disperse in atmosfera, si può sperare che il cielo torni a rischiararsi e il rover trovi nuovamente le condizioni per fare il pieno alle batterie, “telefonare a casa” e dare ragguagli sul proprio stato di salute.
C'è aria di ottimismo! Al Jet Propulsion Laboratory della NASA si respira aria di ottimismo. Nelle scorse settimane infatti, si sono realizzati modelli sullo stato del rover e, considerando il buono stato delle batterie prima della tempesta, ci sono motivi per sperare che gli strumenti non si siano degradati più di tanto. Un altro motivo di ottimismo deriva dal fatto che queste tempeste tendono a riscaldare l’atmosfera, senza contare che in questo momento Opportunity si trova nell’emisfero dove è estate: si spera insomma che se ne sia rimasto abbastanza al caldo per sopravvivere.
Appena la tempesta si sarà ulteriormente ridotta di intensità, si proverà a recuperare Opportunity tenendo conto di 5 fattori fondamentali. Eccoli.
il monitoraggio dell’atmosfera. La trasparenza dell'atmosfera marziana viene misurata attraverso la fotocamera di bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa che orbita attorno al pianeta. Il parametro che la definisce si chiama “tau”: per avere un’idea, prima della tempesta era 0,5, durante la tempesta il valore è salito a 10,8. Per consentire ai pannelli fotovoltaici di Opportunity di entrare in azione è necessario che tau sia meno di 2. Negli ultimi giorni il valore si aggirava attorno a 2,5: ci siamo quasi.
L’ascolto dei messaggi. Se Opportunity chiama, possiamo ascoltarlo attraverso il Deep Space Network della NASA (un sistema di antenne a elevatissima efficienza che tendono l'orecchio a determinati orari). C'è anche un'altra rete di antenne, meno efficienti delle prime, ma che ascoltano per un maggior numero di ore al giorno.
È entrato in modalità "errore"? C'è questa possibilità: il rover potrebbe entrare in “modalità di errore” se ha poca energia a disposizione. Si tratta di una sorta di ibernazione in attesa di tempi migliori. Va considerata anche l'ipotesi che, con poca energia, sia saltato l’orologio di bordo, strumento fondamentale per indicare al computer i momenti in cui deve provare a comunicare con le antenne terrestri del Deep Space Network.
In tal caso, comunque, tenterebbe di determinare l’ora attraverso la luce diurna. E se nonostante i suoi richiami non avesse risposte dalla Terra, un programma gli farebbe fare un controllo della strumentazione di bordo per verificare eventuali errori.
Se rispondesse? Dopo una primo messaggio potrebbero essere necessarie diverse settimane prima di un secondo contatto. È come quando si perde conoscenza, ci vuole un po' di tempo per riprendersi. I tecnici dovranno infatti verificare attentamente lo stato di salute del rover prima di fargli prendere qualunque iniziativa: controlleranno innazitutto lo stato delle batterie, la produzione di energia elettrica e l'orologio. Quindi Opportunity si scatterà un bel selfie per farci vedere come sta: telecamere, eventuali incrostazioni di polvere e stato delle “articolazioni”.
Se fosse danneggiato? È possibile che abbia subito danni tali da impedire di riprendere la... sua vita precedente e, dunque, da limitare la ricerca scientifica. In tal caso non si potrebbe fare altro che prenderne atto. Tenendo bene a mente che parliamo di un rover progettato e partito per sopravvivere per soli 90 giorni e andato avanti, invece, per oltre 4.500 giornate di esplorazione: potrebbe anche essersi meritato il giusto riposo.