Spazio

Opportunity fotografa un "diavolo di sabbia" su Marte

Una rara foto documenta il più temuto fenomeno meteorologico marziano: come si formano, dove sono più frequenti e come si alimentano i dust devil extraterrestri.

Al Sol 4332 della sua missione (il 1 aprile 2016) il rover marziano Opportunity si è imbattuto in un soggetto ghiotto da fotografare: un diavolo di sabbia, un fenomeno meteorologico frequente sul Pianeta Rosso, la cui forma ricorda quella di una colossale tromba d'aria.

Non capita spesso che Opportunity documenti un "dust devil" e questo è uno dei migliori mai fotografati dall'esploratore della Nasa: nel Meridiani Planum, la pianura in prossimità dell'equatore marziano in cui il rover è atterrato e in cui ammarterà Schiaparelli, il lander dimostrativo della prima missione ExoMars, i diavoli di sabbia non sono particolarmente frequenti. Se ne verificavano di più nel cratere Gusev, dove operava Spirit, il rover gemello di Opportunity ora fuori uso.

L'immagine intera del rover della Nasa. I dust devil potrebbero essere pericolosi per gli astronauti marziani, ma finora hanno sortito un effetto positivo sui rover: hanno infatti contribuito a "ripulire", con un'energica passata, i loro pannelli solari dalla polvere accumulata. © Nasa

Come si formano. I diavoli di sabbia su Marte si originano in modo analogo a quelli tipici di alcuni deserti terrestri, nonostante la sottile atmosfera del Pianeta Rosso. Questi fenomeni non dipendono infatti da perturbazioni temporalesche, come quelle che causano i tornado, ma dalla temperatura del suolo.

Si verificano in giorni molto secchi, quando una parte di terreno si surriscalda molto rispetto all'area circostante. L'aria calda e leggera sale, facendosi largo tra gli strati più densi e freddi sovrastanti e richiamando nuova aria al suo posto. Si generano così moti convettivi verticali; se una folata di vento vi entra, la colonna di polveri sollevate inizia a muoversi orizzontalmente e sposta molto velocemente.

ombra minacciosa. Quelli marziani possono ergersi per molti km ed essere ampi centinaia di metri, 10 volte più imponenti di quelli terrestri. Raggiungono velocità di 110 km orari e, come dimostra uno studio dell'Università di Duisburg-Essen, Germania, si alimentano anche del più piccolo squilibrio di temperatura, compreso quello creato dall'ombra stessa del dust devil.

Le differenze di temperatura tra zone illuminate e in ombra alimentano i movimenti di gas nel sottosuolo marziano; quando questi sono consistenti, lo strato di suolo superficiale esplode, sollevando polveri che vanno ad alimentare il diavolo di sabbia.

4 aprile 2016 Elisabetta Intini
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