Spazio

Onde gravitazionali da stelle di neutroni?

Sono state rilevate altre onde gravitazionali: è il quarto evento del genere mai registrato, ma è il primo generato dalla collisione di stelle di neutroni anziché da buchi neri.

Dopo la prima conferma dell'esistenza delle onde gravitazionali (qui l'annuncio ufficiale con la spiegazione a domande e risposte), nel 2016, gli interferometri che rilevano le deformazioni dello spazio-tempo hanno captato solo altri due eventi interpretati come onde gravitazionali: i tre eventi sono il risultato dello scontro di due buchi neri.

In questi giorni circolano però "indiscrezioni" sulla rilevazione di un nuovo evento, generato però dallo scontro di due stelle di neutroni (astri compatti, fra i più densi conosciuti, formati quasi solo da neutroni), come

"New LIGO! Source with optical counterpart.
Blow your sox off!"

scrive Craig Wheeler (@ast309) su Twitter.

State sintonizzati! Con il suo criptico e sincopato tweet Craig Wheeler (University of Texas) sembra dire che è stato rilevato un nuovo evento, da LIGO, e che la fonte non è un'invisibile coppia di buchi neri. E sulla lista degli eventi cosmici che causano onde gravitazionali rilevabili, la seconda posizione è occupata dalla collisione di stelle di neutroni, che sono invece visibili - e infatti altre fonti in Internet citano Hubble e altri telescopi spaziali. Dal team di LIGO non ci sono né conferme né smentite, ma il portavoce, David Shoemaker, ha "confessato" di avere grandi aspettative sulle analisi delle osservazioni in programma il 25 agosto.

Dalle prime notizie sembrerebbe che la danza cosmica (e la successiva fusione) delle due stelle di neutroni sia avvenuta nella galassia NGC 4993, distante da noi circa 130 milioni di anni luce in direzione della costellazione dell'Idra. Quella sarebbe la fonte delle deformazioni dello spazio-tempo captate da LIGO (e forse anche da VIRGO, l'interferometro numero 2 al mondo, a Pisa).

Se la notizia sarà confermata, si tratterà dell'ennesima prova di validità non solo della teoria della relatività generale di Einstein, ma anche del nuovo strumento che i ricercatori di tutto il mondo hanno a disposizione per comprendere l'universo.

29 agosto 2017 Davide Lizzani
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