La sonda Cassini, in orbita attorno a Saturno dall’ormai lontano 2004, ha scoperto per la prima volta delle enormi strutture dall’aspetto torreggiante che si elevano dai suoi sottilissimi anelli e causate dalle perturbazioni gravitazionali indotte da un piccolo satellite. Queste osservazioni forniscono un grandissimo supporto all’idea che le piccole lune saturniane, che orbitano attorno al pianeta in alcuni dei ristretti spazi vuoti che caratterizzano gli anelli, possono avere dei considerevoli e complessi effetti sui bordi di queste lacune.
Nelle scorse settimane la sonda Cassini ha osservato non solo l’ombra di qualche satellite proiettata sugli anelli di Saturno, ma anche quelle di alcune formazioni verticali che si elevano per quasi 2 km dal piano di questa meravigliosa struttura, delle vere proprie onde formate dalle piccole particelle ghiacciate che formano gli anelli.
Questa immagine della parte esterna dell’anello A di Saturno, ripresa recentemente dalla sonda Cassini, mostra delle strutture torreggianti, delle vere e proprie onde (le strisce bianche che producono un’estesa ombra sull’anello), che raggiungono altezze di oltre 1.500 metri. Si tratta di perturbazioni sulle particelle ghiacciate che formano l’anello indotte dal piccolo satellite Daphnis, il punto bianco visibile al centro dell’immagine. La banda scura che interrompe la parte esterna dell’anello A è la cosiddetta ‘divisione di Keeler’.
L’immagine qui riportata mostra la piccolissima luna Daphnis, di soli 8 km di diametro, che orbita nella cosiddetta “divisione di Keeler”, ampia soltanto 42 km e localizzata nella regione esterna dell’anello A. Il passaggio del satellite perturba chiaramente i bordi di questa lacuna, in maniera analoga ad un motoscafo che solleva delle onde al suo passaggio in una distesa d’acqua. La differenza è che nel caso di Daphnis responsabile della perturbazione è il suo campo gravitazionale. L’eccentricità (la deviazione ellittica da un percorso circolare) dell’orbita del satellite attorno a Saturno fa in modo che Daphnis si avvicini ai bordi della divisione facendo così aumentare gli effetti della sua gravità sulle particelle che formano l’anello. Nel caso in questione, l’influenza gravitazionale di questa mini-luna è comunque più evidente in quanto, oltre ad avere un’orbita leggermente ellittica, il suo piano orbitale è inclinato rispetto a quello degli anelli, per cui le “onde” possono raggiungere delle altezze considerevoli se paragonate allo spessore dell’anello A, che è dell’ordine di una decina di metri. Dalla misura dell’ombra proiettata risulta che queste onde raggiungano un’altezza di almeno 1,5 km, 150 volte maggiori dello spessore dell’anello.
Uno dei prossimi obiettivi della sonda Cassini sarà quello di osservare in dettaglio le altre divisioni presenti negli anelli, per dare la caccia ai piccoli satelliti che orbitano al loro interno.