Gli astronauti della Stazione spaziale internazionale stanno sperimentando un nuovo processo di stampa 3D che permetterà di realizzare nello spazio oggetti che sulla Terra – a causa della forza di gravità – risulterebbero impossibili da ottenere. Per esempio travi particolarmente lunghe o particolarmente pesanti che durante la fase di realizzazione tenderebbero a deformarsi o spezzarsi a causa del loro peso.
Materiali da supermarket. Il processo è stato messo a punto dagli ingegneri della NASA ed è tutto sommato semplice: un sottile guscio di silicone con la forma dell'oggetto da realizzare viene riempito di resina liquida. La resina è fotosensibile: una volta ultimato, l'oggetto viene illuminato con alcuni flash, si indurisce e può essere estratto dal silicone.
Sia la resina che il silicone utilizzati nei primi test sono materiali a basso costo, facilmente reperibili in qualunque negozio di bricolage. La resina viene iniettata nello stampo di silicone con uno speciale apparecchio delle dimensioni di un computer da tavolo che è arrivato sulla ISS lo scorso novembre.
Ricambi fai da te. I primi pezzi realizzati nello spazio verranno inviati al MIT per studiarne la resistenza e le caratteristiche. Obiettivo finale di questi esperimenti è quello di mettere a disposizione degli astronauti un sistema per produrre da soli pezzi di ricambio per la Stazione Spaziale senza dover attendere i rifornimenti dalla Terra. Per raggiungere questo obiettivo serviranno però numerosi altri test e la formulazione di resine dalle caratteristiche specifiche per i diversi utilizzi.
In generale una tecnologia di questo tipo, magari su una scala dimensionale maggiore, potrebbe rivelarsi utile per realizzare in loco le strutture destinate ad ospitare i primi esploratori di Marte.