Il 5 agosto Curiosity ha compiuto il suo secondo anno di attività su Marte. Dopo il periodo dedicato alla perlustrazione dei luoghi vicini all'atterraggio e i primi spostamenti sulla superficie del pianeta rosso, il rover si sta dirigendo alla volta del Mount Sharp. Il Mars Science Laboratory ha già portato a termine una delle sue missioni, ovvero quella di stabilire che su Marte si sono verificate in passato condizioni ambientali che potrebbero avere ospitato la vita.
DALLE ROCCE AL CIELO. Curiosity però non si ferma e dopo aver scavato, trivellato e fotografato terreno e rocce, osserverà anche i cieli del Pianeta Rosso. Con il tweet del 2 settembre scorso ce lo ha confermato: «Pronti, via! Mi sto dirigendo verso queste colline marziane per qualche studio geologico e per cercare delle nuvole». Le nuvole visibili da Marte, osservate da tempo da satellite e già fotografate da Opportunity, sono probabilmente composte da cristalli di ghiaccio o gocce d'acqua sopraffusa. Curiosity potrebbe dirci molto di più rispetto alla loro composizione e ai loro movimenti.
SE LE NUVOLE POTESSERO PARLARE. Robert M. Haberle, planetologo della Nasa e membro del team di monitoraggio ambientale di Curiosity, ha spiegato che gli astrobiologi sono molto interessati alle nuvole su Marte perché «fanno parte del sistema climatico del pianeta». Uno studio sulle nuvole può fornire informazioni sull'andamento delle temperature e sui venti che hanno modellato la superficie marziana. Inoltre, dice sempre Haberle, la loro presenza in passato «potrebbe aver scaldato il pianeta attraverso un effetto serra. Sappiamo che un ambiente più caldo è più favorevole alla vita».