La stella più vicina al Sistema Solare, Proxima Centauri, una nana rossa (stella di classe M V) a 4,2 anni luce da noi, potrebbe avere un secondo pianeta, oltre a Proxima b, scoperto nel 2016: il nuovo arrivato nel catalogo degli esopianeti si chiama Proxima c.
La scoperta è opera di due astronomi italiani, Mario Damasso (Osservatorio di Torino) e Fabio Del Sordo (Università di Creta), che in occasione dell'ultima edizione del meeting internazionale Breakthrough Discuss hanno anche spiegato di non avere condotto le osservazioni col metodo del transito (le variazioni periodiche di luminosità di un astro, che rivelano il passaggio di un pianeta), ma rilevando le perturbazioni gravitazionali indotte sulla stella madre dagli oggetti in orbita - lo stesso metodo che ha permesso di scoprire Proxima b.
Troppo freddo per la vita. Proxima b orbita nella fascia di abitabilità di Proxima Centauri, a una distanza tale da permettere la presenza di acqua liquida in superficie. Proxima c è invece più distante, e gli astronomi ritengono praticamente nulla la possibilità che possa esservi acqua liquida o qualunque forma di vita: dalle estrapolazioni, le temperature in superficie dovrebbero aggirarsi attorno ai -230 °C.
I ricercatori stimano che Proxima c abbia dimensioni vicine a sei volte la Terra e che impieghi circa 1.936 giorni terrestri per completare un'orbita attorno alla sua stella. Pur avendo estrapolato questi e altri dati sulla base delle osservazioni e delle misurazioni, i due astronomi lasciano comunque aperta la possibilità che Proxima c non sia in realtà un solo grande pianeta, lasciando intendere che l'oscillazione gravitazionale rilevata per Proxima Centauri potrebbe anche essere originata da diversi pianeti di piccole dimensioni. Per sciogliere il dubbio è necessario intensificare le osservazioni.