Il telescopio spaziale Hubble, il nostro occhio sull'Universo dal 1990, a circa 600 km sulle nostre teste, è entrato in "stand-by", una modalità di protezione della sua strumentazione che prevede uno stop alle osservazioni, in quanto un altro dei suoi giroscopi, fondamentali per mantenere l'orientamento del telescopio, si è guastato. Rachel Osten, vicecapo missione di Hubble presso lo Space Telescope Science Institute di Baltimora, ha dichiarato: «Abbiamo vissuto un weekend stressante! In questo momento il telescopio si trova in stand-by e stiamo cercando di capire che cosa fare: quel che è certo è che un altro giroscopio ha smesso di funzionare e il nostro primo compito è quello di riportarlo al lavoro nel più breve tempo possibile».
Vicino alla fine? Hubble ha sei giroscopi, che erano stati sostituiti nel 2009 durante una "missione di manutenzione", quando era ancora in attività lo Space Shuttle, ma già poco tempo dopo 3 giroscopi andarono fuori uso.
Il telescopio spaziale poteva comunque lavorare, in quanto sono necessari e sufficienti tre giroscopi attivi per rimanere nella propria posizione e puntare a un oggetto dell’Universo con estrema precisione.
Ora, con un quarto giroscopio fuori uso (si spera momentaneamente) Hubble non può operare con la precisione richiesta dagli studi attuali.
L'astrofisico Grant Trenblay, del centro di astrofisica di Harvard-Smithsonian, commenta che, in ogni caso, non è il caso di farsi prendere dallo sconforto, perché Hubble potrebbe "fare astronomia" anche con un solo giroscopio... «certo non con la precisione garantita da almeno tre giroscopi, ma "qualcosa di buono" si può comunque fare».
D'altra parte il telescopio spaziale, da tempo in attesa di essere sostituito dal James Webb Space Telescope - che dopo l'ennesimo rinvio e stando ai nuovi piani dovrebbe essere lanciato nel 2021, sta lavorando da quasi 30 anni - e ormai da quasi 10 non è stato possibile poter fare manutenzione (dalla fine del programma Space Shuttle). Era inevitabile che prima o poi si verificasse qualche importante problema tecnico. Al momento, tuttavia, né la Nasa, né l’Agenzia spaziale europea, responsabili dell'attività del telescopio spaziale, hanno rilasciato una dichiarazione ufficiale.