Lo scorso mese di gennaio Mike Brown, l’astronomo che aveva guidato il gruppo di ricercatori che retrocesse Plutone da pianeta a pianeta-nano, aveva annunciato che al di là di Nettuno potrebbe esistere un grosso pianeta, tanto grande da avere una massa 10 volte superiore alla Terra. Quel pianeta, chiamato ormai da tutti "Pianeta" Nove o "Planet Nine", si troverebbe così lontano dal Sole che impiegherebbe da 10.000 a 20.000 anni per compiere una rivoluzione completa attorno ad esso.
Più recentemente si è arrivati anche a definire dove sarebbe più logico cercarlo. Recentemente lo stesso astronomo della Caltech University ha confermato che un oggetto da poco scoperto nella fascia di Kuiper (la “ciambella” che ruota attorno al Sole oltre Nettuno composta da asteroidi, piccoli pianeti e comete) si comporta in modo tale da aggiungere un nuovo tassello a favore dell’esistenza del "Planet Nine".
A 149 MILIARDI DI CHILOMETRI DAL SOLE. Ora ecco arrivare un settimo oggetto, anch’esso con un’orbita così particolare che solo la presenza di un pianeta massiccio ne giustifica l’andamento su quell’orbita.
A scoprirlo è stata Michele Bannister, della University of Victoria che ha presentato la sua scoperta durante un convegno del Seti (Search for Extraterrestrial Intelligence). L’orbita del settimo oggetto fa porre "Planet Nine" a 149 miliardi di chilometri dal Sole (75 volte più distante di Plutone), una distanza che concorda con i dati di Brown. Si consolida quindi sempre più l’ipotesi dell’esistenza del nono pianeta del sistema solare.
QUASI IMPOSSIBILE FOTOGRAFARLO. Ma se tutte le osservazioni di corpi celesti esterni coincidono con l'ipotesi della presenza del nono pianeta, perché allora non lo so si cerca direttamente con i grandi telescopi. Perché, nonostante le sue possibili grandi dimensioni, a quella distanza dal Sole giunge pochissima luce solare e il pianeta ne riflette ancor meno. Anche per i più potenti telescopi ottici è difficile se non impossibile rilevare il pianeta. Oltretutto la sua orbita è lunghissima e quindi è ancor più complesso inquadrare l’esatta area di cielo dove si trova in questo momento. Ecco perché è molto importante raccogliere sempre più dati a favore della sua esistenza e anche della sua possibile posizione attuale.