Nessuno, fino a pochi giorni fa, avrebbe scommesso che anche Plutone, il pianeta nano che orbita tra i 4 e i 7 miliardi di chilometri dal Sole, possedeva e forse possiede ancora oggi un oceano sotto la sua crosta ghiacciata. A raccontarci di questo nuovo tassello della storia del Sistema Solare è ancora un volta la sonda New Horizons (Nasa), passata in vicinanza del pianeta nel luglio del 2015.
I ricercatori che ancora stanno studiando l'incredibile quantità di dati inviati a Terra dalla sonda ritengono infatti che sia possibile che sotto la crosta vi sia stato (o vi sia) un oceano, ipotesi che permetterebbe di spiegare le fratture sulla superficie, che sembrano essere state prodotte da "qualcosa" proveniente da sotto.
Spiega Noah Hammond, della Brown University e autore dello studio comparso su Geophysical Research Letters: «Le fratture che osserviamo sulla superficie di Plutone sembrano di tipo "estensionale": potrebbero essersi formate dalle forze generate da un oceano che sotto la crosta si stava lentamente congelando».
Può essere rimasto qualcosa allo stato liquido, di quell'oceano congelato? La ricerca attuale si concentra proprio nel tentativo di dare una risposta a questa domanda.
Non è da escludere che possa esistere ancora un rimasuglio di quel mare sommerso, molto in profondità. Ma solo altre analisi dei dati di New Horizons potranno forse dipanare il mistero.