Il rover della Nasa, ha raggiunto il grande cratere Victoria che potrebbe fornire indizi utili sul periodo in cui sul pianeta rosso probabilmente scorreva l’acqua. In più di due anni di esplorazioni, Opportunity e Spirit hanno trasformato la missione in uno dei più grossi successi della Nasa degli ultimi tempi.
Il Cratere Victoria, dopo 21 mesi di viaggio, Opportunity è arrivato finalmente a destinazione. © Nasa |
Vittoria!
Il cratere Victoria è grande 800 metri e profondo, si pensa, 60 metri. Tra non molto il coraggioso robottino si “tufferà” all’interno per analizzarne le rocce più profonde. I vari strati rocciosi del Victoria, potrebbero rivelare, secondo gli esperti, molte cose sulla storia geologica del pianeta e soprattutto dell’epoca in cui si sospetta fosse presente l’acqua. Certo non sarà un’impresa facile per Opportunity e tutti si chiedono se riuscirà a sopravvivere a questa nuova pericolosa missione. Ma in molte occasioni, insieme al suo gemello Spirit (che sta esplorando l’altro lato del pianeta), ha dimostrato di essere più resistente di quanto si potesse immaginare.
Oltre ogni aspettativa
Inviati sul pianeta rosso nel gennaio del 2004, i due robottini alimentati a pannelli solari e guidati dalla Terra, sono grandi quanto un carretto da golf (di quelli che servono per portare le mazze) e, secondo le più rosee previsioni, non sarebbero sopravvissuti più di tre mesi, percorrendo solo qualche centinaia di metri.
E invece dopo diversi chilometri e più di due anni di permanenza i piccoli “esploratori”, nonostante gli acciacchi – qualche inconveniente ai motori e ai radiatori, la necessità di una messa a punto ogni tanto al computer di bordo e forse un po’ di ruggine nelle giunture - sembrano godere di ottima salute.
Missioni impossibili
Anche se più di una volta hanno lasciato gli scienziati con il fiato sospeso. Come quando nel 2005 Spirit è riuscito nella difficile impresa di scalare, nonostante il clima estremamente rigido, la cima della Husband Hill, alta quanto la Statua della Libertà. Ed è stata la prima volta che un veicolo terrestre ha scalato una montagna di un altro pianeta. O quando Opportunity (sempre nel 2005) è rimasto impantanato nel terreno sabbioso di Marte riuscendo a liberarsi da solo, dopo diverse settimane.
Ligi al dovere
Ma nonostante le avversità entrambi i robot sembra che stiano riuscendo a svolgere il loro principale obiettivo: trovare le prove del fatto che un tempo su Marte scorreva l’acqua (molto probabilmente salata). E finché la “salute” li assiste saranno mandati dai ricercatori ad approfondire l’argomento con nuove e più precise analisi geologiche.
(Notizia aggiornata al 29 settembre 2006)