Spazio

Nello spazio si altera il patrimonio genetico

I risultati dello studio sui due gemelli Scott e Mark Kelly, astronauti, che hanno vissuto nello spazio periodi molto diversi.

Adesso non ci sono più dubbi: lunghe permanenze nello Spazio provocano alterazioni genetiche sugli astronauti. La ricerca che l'ha dimostrato, illustrata nel 2017 NASA Human Research Program Investigators Workshop, riguarda un dettagliatissimo studio su due astronauti Nasa, Scott e Mark Kelly, gemelli: Scott ha trascorso 340 giorni consecutivi sulla Stazione spaziale internazionale (record di permanenza ininterrotta per un astronauta americano), mentre nello stesso periodo Mark è rimasto a Terra e anche in precedenza, da pilota dello Space Shuttle, è stato nello Spazio meno del fratello.

Complessivamente, nell'arco di diverse missioni, Scott ha trascorso nello Spazio 520 giorni, contro i 54 giorni in tutto di Mark.

Lo studio in questione deve essere approndito, ma i primi risultati rivelano per Scott importanti alterazioni nell'espressione genica e nella metilazione del Dna.

Scott Kelly a bordo del modulo americano della Stazione spaziale internazionale.

Come sotto stress. Senza entrare nei dettagli delle alterazioni si può dire, semplificando, che i geni di Scott, dopo la lunga permanenza nello spazio, si sono comportati in modo diverso rispetto a quelli del fratello gemello, Mark. Le alterazioni rilevate nel patrimonio genetico di Scott somigliano a quelle che si osservano in persone che, pur vivendo sulla Terra, sono obbligate a importanti cambiamenti ambientali o a forti mutamenti nella dieta e nelle abitudini del sonno: persone sottoposte a forti stress.

I cambiamenti osservati sono molto profondi, forse anche a causa dello stress alimentare dovuto all’assunzione di particolari cibi o al dover dormire in assenza di gravità.

«Anche se i dati non sono ancora completi, non ci sono dubbi che le condizioni genetiche dei due gemelli risultano adesso differenti», spiega Christopher Mason, genetista alla Weill Cornell Medical College di New York. Ciò che è più importante capire, in questo momento, è quanto queste variazioni siano da imputare alla permanenza nello Spazio e quanto invece ad altri fattori naturali.

Ricadute importanti. Questo studio potrebbe in futuro portare a identificare contromisure indispensabili per gli astronauti che compiranno lunghi viaggi oltre la Terra, per esempio per chi si imbarcherà verso Marte. E potrebbe avere anche interessanti ricadute per la salute di tutti noi, allorché si applicheranno le tecnologie estremamente avanzate utilizzate per questa ricerca per studiare il nostro patrimonio genetico e comprendere l'origine di mutazioni che portano a determinate patologie.

30 gennaio 2017 Luigi Bignami
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