Da alcuni mesi Opportunity si trova nella Perseverance Valley, una depressione all'interno del cratere Endeavour: non è stata una passeggiata quella del rover gemello di Spirit, su Marte dal 2004, anzi, è stato il tratto più difficile e impegnativo da quando il Mars Exploration Rover-B (Opportunity, per gli amici) si trova sul Pianeta Rosso. Il pendio, non particolarmente inclinato, è però ghiaioso e questo ha fatto sì che il rover si trovasse più volte in difficoltà e solo l'abilità dei piloti (del controllo missione) ha evitato il peggio - tra di loro Paolo Bellutta, uno dei piloti sia di Opportunity sia di Curiosity.

Acqua o vento? Opportunity ha finora resistito bene: è ancora in buone condizioni, anche se una ruota è semibloccata (in curva, ora sembra di guidare un carro armato). La discesa nella Perseverance Valley venne decisa perché quest'area presenta una enigmatica caratteristica: dalle osservazioni effettuate dalle sonde in orbita sembrava infatti che fosse stata scavata - da fuoriuscite d'acqua o da detriti fangosi - in un incavo lungo circa 220 metri.
Dall'analisi dei sedimenti si spera di ricavare informazioni su quell'antica acqua. Alcuni scienziati avevano avanzato anche un'ipotesi alternativa: la valle poteva essere stata scavata dai venti, da flussi di detriti secchi o dall'insieme dei due fenomeni. Per capire su quale delle ipotesi puntare non rimaneva che iniziare l'esplorazione, pur sapendo dei pericoli che il rover avrebbe incontrato lungo la discesa.


Nella tempesta. Più volte si è dovuto fermare Opportunity e farlo risalire di alcuni metri, per evitare ostacoli imprevisti e pericolosi da superare. Inoltre si è dovuto affrontare l'inverno marziano che ha richiesto di ridurre al minimo gli spostamenti del rover e di utilizzare l'energia prodotta dai pannelli solari per "tenere al caldo" gli strumenti, proseguendo solamente con la mappatura fotografica dell'area. Una tempesta di sabbia che ha sfiorato l'area ha "sporcato" i pannelli fotovoltaici, riducendone la capacità fino all'arrivo di altri venti che li hanno in parte ripuliti.
Al momento i dati raccolti non hanno ancora permesso di capire se la valle sia stata scavata dall'acqua o dal vento e dunque l'esplorazione continua. Una missione non semplice, si diceva, su pendii che in qualche tratto superano i limiti teorici di progettazione di Opportunity, ma il robot esploratore che affronta le sabbie a 80 milioni di kilometri da noi, non getta la spugna.