È iniziata l'ultima fase della lunga storia della sonda Cassini (Nasa, Esa, Asi), che dal 2004 ruota attorno a Saturno. Una breve accensione dei motori l’ha portata a orbitare attraverso il piano degli anelli del grande pianeta, a una distanza di circa 91.000 km dalle nubi più alte.
A quella quota c'è un debole e polveroso anello, prodotto da ciò che si lasciano dietro le piccole lune Giano ed Epimeteo. Durante l'attraversamento degli anelli Cassini ha chiuso il sistema di protezione del motore in quanto dovrà ancora essere utilizzato nei prossimi mesi.
«Anche se manca poco alla fine della missione, con la nuova orbita abbiamo dato inizio all’ultima fase della ricerca affidata a Cassini. Da anni aspettiamo questo momento, e finalmente ci siamo: eccoci arrivati agli anelli di Saturno!», è il commento di Earl Maize, project manager della missione al JPL della Nasa.
Primo successo. A poche ore dall’attraversamento Cassini ha eseguito una scansione completa con uno strumento in grado di definire con grande dettaglio la struttura dell’anello. Durante questo primo passaggio si è voluto verificare se gli strumenti scientifici della sonda sono ancora in grado di realizzare uno studio di dettaglio, e poiché i risultati sono stati estremamente positivi, durante i prossimi passaggi si otterranno i migliori dati e le migliori immagini mai ottenute delle regioni più esterne degli anelli e delle lune vicine.
Un tuffo alla settimana. Da questo momento in poi, ciascuna delle orbite di Cassini durerà una settimana. Il prossimo passaggio al bordo esterno degli anelli è prevista per l’11 dicembre.
Il 22 aprile del prossimo anno la sonda passerà vicino alla luna Titano per l'ultima volta e cambierà ancora traiettoria. Dopo questo passaggio Cassini entrerà nel cuore degli anelli, in quelli più densi, ed effettuerà 22 attraversamenti a soli 2.400 km da Saturno.
L'anello più interno verrà attraversato il 26 aprile. Il 15 settembre 2017 la missione si concluderà con il tuffo finale nell'atmosfera di Saturno: durante l'immersione la navicella trasmetterà dati sulla composizione dell'atmosfera finché sarà possibile, ossia fino a quando si perderà il segnale.
La mega tempesta. Nel frattempo la Nasa ha finalmente rilasciato una eccezionale immagine, una composizione di 84 scatti nel vicino infrarosso effettuati il 26 febbraio del 2011. È una gigantesca tempesta iniziata nel dicembre del 2010, durata fino a giugno dell'anno successivo.
Nell'immagine, il blu indica nubi alte e sottili mentre il bianco e il giallo definiscono nuvole relativamente spesse, presenti anche in alta quota. I colori rosso e marrone, invece, mostrano le nuvole a bassa quota che non sono nascoste da quelle più alte.
Il verde, infine, rappresenta le nubi a quote intermedie.
Sulla sinistra dell'immagine, la parte più chiara rappresenta la testa della tempesta: in quella zona si sono manifestate attività elettriche ad altissima intensità. Dopo diversi mesi dalla formazione di quell’immenso vortice la coda ha toccato la testa e pian piano la tempesta è diminuita di intensità fino a spegnersi del tutto.