Spazio

NASA: Back to the Moon - Ritorno alla Luna

Per gli scettici: ecco come si dispiegano i piani della NASA per tornare sulla Luna entro il 2024 - e guidare i giochi.

Se non si farà marcia indietro per l'ennesima volta, nel 2024 vedremo di nuovo l'uomo sulla Luna, anzi una donna (pare). I piani per la costruzione del Gateway, la stazione spaziale da mettere in orbita vicino alla Luna, sono delineati con precisione e si è passati alla fase di progettazione dei moduli che andranno a comporla. Ma come si scenderà sulla Luna?

NASA: così si tornerà sulla Luna - Back to The Moon
Inizialmente saranno i moduli lunari con capacità di ritorno al Gateway (la stazione spaziale lunare) a fare da base: si inizierà con missioni di pochi giorni, per arrivare progressivamente a 30.

Certamente non col vecchio e glorioso LEM (Lunar Excursion Module), che portò gli uomini sulla Luna nel 1969: diverse space company sono però al lavoro su progetti per moduli che facciano da ascensore tra la stazione lunare e la Luna - e qualcuno di questi moduli potrebbe fare anche da base temporanea per i primi pionieri.

In questa nuova corsa alla Luna la NASA sembra voler fare la parte del leone, e la strada tracciata vede "pubblico & privato" procedere a braccetto a grandi passi.

NASA: così si tornerà sulla Luna - Back to The Moon
Sonde robotizzate: i tre lander scelti dalla NASA per la prima fase di esplorazione lunare. Da sinistra: Astrobotic, Intuitive Machines e Orbit Beyond (che però si è ritirata).

Primo passo: le sonde robotizzate. Nella prima fase saranno inviate sulla Luna sonde robotizzate per preparare il terreno alla successiva missione umana. Alle società private interessate a partecipare all'avventura, la NASA ha chiesto di lavorare in autonomia, ossia di arrivare a poter lanciare una propria sonda senza dover dipendere dalla NASA.

Dopo una lunga selezione sono state scelte tre società: Orbit Beyond (che ha però recentemente annunciato di voler lasciare la partita), Astrobotic e Intuitive Machines, che lavorano per portare una sonda sulla Luna entro il 2021.

Come vettore di lancio, Astrobotic (che già vende passaggi per la Luna a 1,2 milioni di dollari al kg) utilizzerà un Falcon 9 (di SpaceX), mentre Intuitive Machines userà un razzo Vulcan Centaur (di United Launch Alliance, joint venture costituita da Lockheed Martin e Boeing), che però è ancora in fase di costruzione.

NASA: così si tornerà sulla Luna - Back to The Moon
SpaceX: le offerte commerciali della space company di Elon Musk, listino 2018. © SpaceX

Oltre alle prime sonde, la NASA sta chiedendo a vari partner sia lo sviluppo di nuovi veicoli cargo, in grado di far atterrare carichi pesanti sulla superficie lunare, sia tecnologie da aggiungere a quelle che la NASA stessa già vuole portare sulla Luna per realizzare una base lunare via via sempre più stabile. Le proposte sono attese entro il 29 agosto, e gli appalti verranno consegnati il 15 ottobre.

NASA: così si tornerà sulla Luna - Back to The Moon
Il lanciatore di United Launch Alliance. © ULA, United Launch Alliance

Secondo passo: l'uomo (o la donna). Per portare astronauti, tecnici, scienziati e via dicendo sulla Luna, l'Agenzia spaziale americana ha chiesto a varie aziende di proporre moduli di allunaggio da fare partire da Terra con il suo nuovo razzo, lo Space Launch System (SLS), un potente lanciatore non riutilizzabile (a differenza di quelli di SpaceX), ma modulare, ossia configurabile per diverse esigenze (resta comunque aperta anche la soluzione del lanciatore privato).

NASA: così si tornerà sulla Luna - Back to The Moon
Illustrazione (progetto base del 2015): le diverse configurazioni possibili per l'SLS. A partire da diversi elementi modulari, lo Space Launch System permette l'assemblaggio di razzi di diversa potenza (da 70 a 130 tonnellate di spinta) per trasportare un equipaggio o fare da cargo. La prima missione, che al momento risulta pianificata per il 2021, sarà effettuata nella configurazione SLS Block 1: lancerà una navicella Orion senza equipaggio verso un'orbita lunare e dispiegherà un set di micro satelliti Cubesat. © NASA/MSFC

I moduli devono essere progettati per l'aggancio al Gateway, prima di scendere sulla Luna. Nel frattempo, la stazione spaziale in orbita lunare avrà assunto una configurazione minima, che servirà unicamente per consentire un attracco prima dell'allunaggio. Quando si avrà la certezza che tutto funziona come da programma verrà lanciato un equipaggio di 4 persone (con un razzo della NASA e una navicella Orion): di quei quattro astronauti, due scenderanno sulla Luna e solo successivamente gli altri due li raggiungeranno.

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La visionaria Starship di SpaceX: al momento c'è qualche problema tecnico ancora da risolvere. © SpaceX

Terzo passo: la discesa. L'allunaggio richiederà circa 12 ore, dal momento in cui il modulo si sarà staccato dal Gateway: il tempo per completare tre orbite attorno alla Luna e mettere a punto la discesa vera e propria che, almeno inizialmente, dovrà essere in gradi di toccare il suolo a non più di 100 metri di distanza dal punto prefissato, con l'obiettivo, nel giro di pochi allunaggi, di ridurre lo scarto a non più di 50 metri.

Nel caso in cui dovesse presentarsi un qualunque problema, il modulo lunare deve essere in grado di ritornare al Gateway. Per le prime missioni si prevedono permanenze di sei giorni al massimo sulla Luna, con 5 "passeggiate" lunari: progressivamente saranno estese a 30 giorni.

Chi siederà alla tavola imbandita? Al momento le due società aerospaziali private che più di altre sembrano in grado di lavorare a questi obiettivi sono Blue Origin (Jeff Bezos) e SpaceX (Elon Musk). La prima sta lavorando a Blue Moon, un modulo di atterraggio lunare che sembra avere le caratteristiche richieste dalla NASA; la seconda, forte dell'esperienza con i suoi lanciatori riutilizzabili, ha in lavorazione un razzo-navetta quasi fantascientifico, in grado di atterrare in verticale sulla Luna e che potrebbe essere utilizzato anche per raggiungere Marte: lo sviluppo è però, al momento, in una fase critica, perché va trovato il modo per risolvere il problema dell'enorme quantità di polvere lunare che sarebbe sollevata dai potenti retrorazzi, che potrebbero esserne danneggiati.

30 agosto 2019 Luigi Bignami
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