Giorni di festa, ma non per Curiosity, che dall’agosto del 2012 sta esplorando il cratere Gale in direzione del Monte Sharp. In questi giorni studia il panorama e il suolo in prossimità di una gigantesca duna, Namib Dune, verso la quale il rover è stato guidato poco prima di Natale.
La superficie della duna è molto scura perché vi è un’alta percentuale di granelli composti soprattutto da olivina e pirosseno, minerali per lo più scuri, presenti nelle rocce vulcaniche marziane di tipo basaltico. Namib si trova in una vasta area di dune, chiamata Bagnold, che dalle sonde in orbita erano state viste "muoversi" anche di un metro l’anno per effetto del vento marziano.
1.200 sol, oltre 42 mesi. Tuttavia, osservando da vicino i granelli (vedi immagine qui sopra) se ne possono osservare anche di colore più chiaro - forse ricchi di quarzo - e con le forme più disparate.
I ricercatori della Nasa hanno fatto passare una delle ruote di Curiosity sulla superficie della duna per verificarne la consistenza, un test servito anche per capire se davanti a terreni simili il rover potrà attraversarli senza insabbiarsi o se si dovranno cercare percorsi alternativi.
Nel frattempo, in questi giorni, Curiosity sta anche raccogliendo dati dell’atmosfera per studiarne la composizione e confrontarli con quelli ottenuti in passato. A oltre 3 anni e mezzo dall’inizio dell’esplorazione sul Pianeta Rosso (1.200 sol, giorni marziani) il rover è ancora in buone condizioni e ha realizzato nove perforazioni di rocce e migliaia di analisi attraverso il laser, capace di vaporizzare frammenti di roccia per analizzarne la composizione.
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