La prima passeggiata spaziale, la prima volta di un uomo esposto al vuoto dello Spazio, è del cosmonauta sovietico Alexei Leonov (1934-2019): è stato il primo essere umano a uscire da una navicella, il 18 marzo 1965, durante la missione Voschod 2. Senza alcuna attività programmata, come avviene ormai normalmente per le EVA (Extra Vehicular Activity), Leonov rimase collegato alla capsula, a 500 km da Terra, mediante un cavo di sicurezza per 12 minuti e 9 secondi.
Al momento di rientrare ci si accorse che qualcosa era andato storto. A causa della mancanza di contro-pressione, a causa del vuoto dello Spazio, la tuta si era gonfiata come un pallone, a tal punto che l'astronauta riuscì a malapena a rientrare all'interno della navicella: la difficile manovra e le procedure per sgonfiarla causarono una tale perdita di liquidi che Leonov perse, quel giorno, 6 kg di peso. E tuttavia, questo è ciò che riportò in prima battuta, tornato a Terra: «Solo quando si è lassù si percepisce la grandezza di ciò che ci circonda».
Chiusa la carriera da cosmonauta si dedicò a varie attività di divulgazione, per fare conoscere la scinza e la sua esperienza. Fu molto critico nei confronti dell'inchiesta ufficiale sulla morte di Yurij Gagarin e nel 2004 scrisse il libro Two sides of the moon, con l'astronauta statunitense David Scott, sull'impatto della Guerra fredda sull'esplorazione spaziale.