Nell'equipaggiamento dei primi coloni che partiranno per il Pianeta Rosso, oltre ad apparecchiature ipertecnologiche e sistemi di sopravvivenza all'avanguardia, potrebbe essere inclusa anche… una chiave a brugola 4x40. Sì, esatto, proprio quella che serve per montare i mobili IKEA su Marte.
Il gigante svedese dell'arredamento ha infatti avviato una collaborazione con la Mars Society per sviluppare nuove soluzioni d'arredo per gli spazi abitativi che verranno costruiti sul Pianeta Rosso.
Christina Levenborn, una interior designer di IKEA, è stata ospite per qualche settimana della Mars Desert Research Station, un habitat costruito nella parte più inospitale del deserto dello Utah, che simula i piccoli moduli residenziali destinati ai primi esploratori di Marte.
Come su Marte o quasi. La struttura, realizzata con la collaborazione della NASA all'inizio degli anni 2000, è nata come centro di ricerca per la messa a punto di soluzioni abitative per gli astronauti che andranno su Marte. L'habitat è ricavato all'interno di un cilindro alto 8 metri: al primo livello trovano posto un laboratorio e un'aula, al piano superiore una cucina e sei piccolissime camere da letto.
Il centro è utilizzato da gruppi di sei persone, ricercatori o astronauti, che passano settimane o mesi a vivere all'interno di questa struttura affrontando problemi legati alla vita di tutti i giorni su un altro pianeta: dalle relazioni sociali in spazi ristretti, all'analisi di campioni di terreno, dalle uscite in esterno solo indossando le tute spaziali alla costruzione di serre per coltivare frutta e verdura.
Parte del tempo è spesa anche nella ricerca su come rendere accoglienti le strutture, così da permettere agli occupanti di coltivare i propri hobby e le relazioni, di dormire bene, di socializzare con i compagni di avventura.
Esperti di spazio. Secondo IKEA ciò che rende piacevole uno spazio abitativo, per quanto minuscolo, è il senso di privacy che può trasmettere e la vivibilità degli ambienti. La Levenborn ha lavorato su questi aspetti mettendo a punto strutture a scomparsa dotate di grande capienza ma che non rubano spazio all'abitabilità dei locali. E così ecco comparire nell'habitat carrelli, scaffali su ruote, sedie e tavoli pieghevoli o impilabili.
Ma la vera sfida sono state le sei camere da letto, l'unico ambiente della stazione marziana dove ognuno può sentirsi veramente a casa, con le proprie cose e la propria privacy.
Non solo coloni. La designer le ha arredate con ganci e grucce dove appendere abiti e oggetti, e le ha equipaggiate con porte USB per ricaricare i dispositivi personali.
L'idea prevede anche l'uso di lampade con luce calda, per rendere accogliente la stanza, alimentate da pannelli fotovoltaici e di piccoli ripostigli nascosti per conservare ciò che si è portato dalla Terra.
L'idea dell'azienda insomma è che sulla Terra o su Marte i bisogni delle persone siano sempre gli stessi e che anche negli angoli più remoti dello spazio l'uomo cerchi un luogo accogliente da poter chiamare "casa".