Un blob luminoso apparso improvvisamente una decina di anni fa in un getto di materia che fuoriesce dal nucleo della galassia M 87 sta costringendo gli addetti ai lavori a rivedere le teorie che cercano di spiegare le improvvise variazioni di luminosità di altre galassie.
La galassia gigante M87, che dista da noi circa 54 milioni di anni luce, ha sempre attratto l’interesse degli astronomi per l’esteso getto di materia che viene espulsa a velocità relativistiche da un buco nero supermassiccio ospitato nel suo nucleo. Questo getto non ha un andamento uniforme, ma lungo la sua estensione mostra degli addensamenti. Uno di questi, denominato HST-1, ha mostrato delle variazioni di luminosità notevolissime sin da quando fu rilevato per la prima volta dal Telescopio Spaziale Hubble nel marzo 1999. Ad un certo punto, agli inizi del 2005, ha aumentato la sua luminosità di quasi 100 volte. Naturalmente, HST-1, che dista circa 214 anni luce dal nucleo di M 87, viene tenuto sotto continua osservazione e sino a poco tempo fa la sua luminosità ha addirittura superato quella già molto intensa del nucleo della galassia.
Il nucleo brillante della galassia gigante M 87 è in basso a sinistra in ciascuna di queste sei immagini riprese a partire dal 1999 dal Telescopio Spaziale ‘Hubble’. Il ‘blob’ luminoso lungo il getto espulso dal buco nero supermassiccio presente nel nucleo della galassia si trova al centro delle immagini.
Ma qual è il meccanismo che produce questo aumento di luminosità? Le idee al riguardo sono tutt’altro che chiare, ma una possibilità potrebbe essere l’interazione del getto di materia con una nube di gas e polveri che si frappone al suo cammino. Altri suggeriscono invece l’ipotesi che gli intensi campi magnetici che mantengono il getto di materia molto focalizzato vengano in qualche modo compressi, rilasciando così un’enorme quantità di energia, in maniera analoga a quanto accade in scala più ridotta nel caso dei flares solari, le enormi esplosioni che sovente si osservano sulla superficie del Sole.
Questa scoperta potrebbe essere di grande aiuto nell’interpretare le cause che sono all’origine delle improvvise variazioni di luminosità di galassie distanti. Molte di queste, denominate blazar, sono troppo lontane per poter distinguere i getti di materia che provengono dal loro nucleo e tantomeno dei blob luminosi. Se M 87 si trovasse ad una distanza maggiore, si sarebbe portati a pensare che le variazioni di luminosità osservate siano dovute a variazioni del flusso di materia che viene “fagocitato” dal buco nero centrale, è questo infatti il modello attualmente più accreditato per spiegare le rapide e improvvise variazioni di luminosità di questi remotissimi oggetti.