La missione della NASA MESSENGER (MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry and Ranging), progettata per studiare le caratteristiche e l'ambiente di Mercurio, è stata lanciata il 3 agosto 2004 ed ha già effettuato 2 dei tre fly-by
previsti sul pianeta. Il primo è avvenuto il 14 gennaio 2008, ad una distanza minima dalla superficie di 200 km, mentre il secondo 10 mesi dopo. Il terzo passaggio ravvicinato è previsto per il 29 settembre prossimo. Dopo aver rallentato il suo moto, l'inserimento in orbita avverrà il 18 marzo 2011, dando così inizio alla missione vera e propria.
Immagine della superficie di Mercurio ripresa dalla sonda MESSENGER nel corso del suo ultimo fly-by del pianeta. Al centro di un vasto cratere da impatto è visibile una macchia scura la cui natura è per il momento misteriosa.
Nel corso dei due fly-by già effettuati, MESSENGER ha ripreso buona parte della superficie di Mercurio che non era stata fotografata dalla sonda Mariner 10, che a metà degli anni ’70 riuscì a ottenere le immagini di un solo emisfero del pianeta.
In una delle foto ottenute lo scorso ottobre è visibile una strana macchia molto più scura dell’ambiente circostante, localizzata al centro di un cratere da impatto del diametro di circa 100 km. Come spesso accade nell’esplorazione spaziale del Sistema Solare, nuovi dati portano nuovi misteri. La strana macchia scura non sembra essere causata da ombre di qualche rilievo, in quanto l’immagine è stata ripresa quando il Sole era praticamente allo zenith. L’ipotesi più attendibile quindi è che si tratti di materiale di colore scuro portato alla luce dall’impatto che ha prodotto il cratere circostante. Se così fosse, il terreno in corrispondenza della macchia scura sarebbe di composizione analoga a quella di altrettanto misteriosi anelli scuri scoperti recentemente su Mercurio sempre da MESSENGER. In caso contrario, il materiale scuro potrebbe essere correlato al corpo cosmico il cui impatto ha provocato l’ampio cratere.
Il mistero verrà comunque risolto tra qualche anno, quando la sonda, una volta in orbita attorno al pianeta effettuerà la mappa composizionale della sua superficie.