Nel 2013 l'Ente spaziale cinese, il CNSA, ha inviato sulla Luna una sonda con a bordo un piccolo rover. La sonda, chiamata Chang’E-3, è felicemente allunata nel punto previsto, nel Mare Imbrium, uno dei più grandi crateri lunari che una ipotesi vuole sia stato riempito da enormi eruzioni laviche che risalgono a circa 3,8 miliardi di anni fa. La Chang’E-3 depositò al suolo il rover chiamato Yutu, che percorse alcune centinaia di metri attorno alla sua base. Poi le ruote si bloccarono, a poche decine di metri dalla sonda, e lì è rimasto fino ad oggi.
Yutu tuttavia è riuscito a portare a termine molti degli esperimenti che facevano parte della missione e ancora oggi è parzialmente in condizione di usare i suoi strumenti: tra questi, un radar capace di scandagliare fino alla considerevole profondità di 400 metri. Qui sotto: una selezione di fotografie della superficie della Luna attorno alla sonda e al rover (cliccate sulle immagini per il massimo ingrandimento), diffuse dalla CNSA e dalla Nasa.
Eruzioni esplosive. Stando ai risultati fin qui ottenuti e pubblicati su Science risulta che il sottosuolo della Luna è molto più complesso di quel che si conosceva dopo le missioni Apollo e le missioni russe. Sembra infatti, che la parte più superficiale della crosta sia composta da vari strati di roccia (ne sono stati contati fino a nove) che si differenziano per il tipo di lave emesse.
Una scoperta del tutto inattesa, che suggerisce che che le eruzioni vulcaniche che si sono succedute nel tempo non hanno emesso solo materiale basaltico (simile ad esempio alla maggior parte delle eruzioni dell’Etna), ma anche materiale piroclastico (simile a quello del Vesuvio), a indicare che nel lontano passato della Luna vi furono anche violente eruzioni esplosive.
È una scoperta importante dal punto di vista geologico, perché fino a oggi si pensava che la maggior parte dei gas fosse sfuggito durante il raffreddamento della Luna e che, dunque, eruzioni esplosive non si sarebbero potute verificare. Ma se vi sono state eruzioni esplosive significa invece che molti gas si sono conservati all’interno del nostro satellite, e questo deve fare ripensare al meccanismo di raffreddamento della Luna.
A tal proposito Long Xiao, della China University of Geosciences a Wuhan, ha dichiarato: «Yutu ci ha permesso di scoprire due cose importanti: la prima, che gli eventi vulcanici più importanti si sono verificati verso la fine della storia del vulcanismo lunare; la seconda, che le eruzioni non sono state solo di tipo effusivo, ma anche esplosivo».
Ora bisognerà capire come si sono innescate eruzioni vulcaniche violente: sulla Terra si verificano in prossimità delle zone di subduzione (ossia dello scontro tra le placche). Sulla Luna, però, non c'è tettonica, perciò deve esserci un altro meccanismo, ancora da scoprire, capace di innescare il fenomeno.