Spazio

Miniere sugli asteroidi? Ne vale la pena!

Uno studio recente dimostra che alcuni asteroidi contengono una quantità di metalli e di minerali da soddisfare il futuro fabbisogno delle nostre industrie.

Ora non ci sono più dubbi: molti asteroidi Near-Earth (asteroidi la cui orbita può intersecare quella della Terra) sono molto ricchi di metalli e abbondano di minerali utili per l'uomo al punto che potrebbero essere considerati una risorsa con cui risolvere il problema dell'esaurimento di alcune "fonti terrestri". E potrebbero offrire anche l'opportunità di profitti economici... stellari.

Confronto tra le riserve di alcuni elementi presenti sulla Terra (PGM = metalli del gruppo del platino) e quelli presenti nel solo asteroide 1986 DA (barre in rosso).
Confronto tra le riserve di alcuni elementi presenti sulla Terra (PGM = metalli del gruppo del platino) e quelli presenti nel solo asteroide 1986 DA (barre in rosso). © Juan Sanchez

I due indiziati. Una nuova ricerca ha concentrato gli studi sull'asteroide 1986 DA e su 2016 ED85, che risultano essere particolarmente ricchi di ferro, nichel, cobalto e metalli del gruppo del platino. Sembra infatti che le quantità di elementi presenti sull'asteroide 1986 DA superino le riserve complessive di questi metalli sulla Terra. 

Se le risorse presenti su 1986 DA venissero realmente estratte e i metalli fossero commercializzati per i prossimi 50 anni, il ricavo che si potrebbe trarne annualmente si aggirerebbe attorno ai 200 miliardi di euro. La valutazione è stata pubblicata sul Planetary Science Journal in occasione di un lavoro realizzato da Juan Sanchez, del Planetary Science Institute di Tucson, in Arizona. Lo studio si basa sulle osservazioni fatte con l'Infrared Telescope Facility, il telescopio della NASA all'Osservatorio di Mauna Kea, alle Hawaii.

L'Infrared Telescope Facility, alle Hawaii.
L'Infrared Telescope Facility, alle Hawaii. © Institute for Astronomy, University of Hawaii

Simili a meteoriti che cadono sulla Terra. «Gli asteroidi vicini alla Terra, i NEA, sono ricchi di metalli», spiega Juan Sanchez, uno degli autori, «e rappresentano una piccola frazione della popolazione di NEA, che è principalmente dominata da asteroidi di tipo S - costituiti principalmente da silicati di nichel, ferro, magnesio e rappresentano il 17% della popolazione totale - e di tipo C, ricchi di carbonio, che sono la varietà più comune, intorno al 75% di quelli conosciuti. Lo studio degli asteroidi di questo tipo ci offre un'opportunità unica per saperne di più sulla loro formazione e sulla loro evoluzione; più in generale ci dice qualcosa in più sulla nascita e sull'evoluzione del Sistema Solare, nonché sulla relazione tra questi oggetti e i meteoriti trovati sulla Terra. La nostra analisi mostra che entrambi i NEA hanno superfici con l'85 per cento di metalli, come ferro e nichel, e il 15 per cento di materiale silicatico e altri elementi. Questi asteroidi sono simili ad alcuni meteoriti di ferro, come i mesosideriti trovate sulla Terra.»

Una storia burrascosa. Studi degli ultimi anni hanno permesso ai ricercatori di ipotizzare che gli asteroidi ricchi di metalli siano il risultato di oggetti che hanno subito catastrofiche collisioni e quel che è rimasto sia il nucleo degli asteroidi primitivi e dunque ricchi di metalli pesanti.

Un'altra ipotesi suggerisce invece che alcuni di questi oggetti, come ad esempio l'asteroide 16 Psyche, verso il quale la NASA lancerà una missione scientifica il prossimo anno, potrebbero ancora conservare un mantello roccioso, e che il metallo presente in superficie potrebbe essere il risultato di eruzioni ferro-vulcaniche che hanno ricoperto di liquido il materiale roccioso. In effetti, si pensa che quell'asteroide sia il più grande corpo ricco di metalli del Sistema Solare, in attesa nella fascia principale degli asteroidi, tra le orbite di Marte e Giove, dei nuovi minatori dello Spazio.

18 ottobre 2021 Luigi Bignami
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