Frantumando in laboratorio alcuni campioni di meteoriti di certa provenienza da Marte è stata rilevata la fuoriuscita di metano.
L'esperimento, condotto dalla University of Aberdeen (UK) in collaborazione con altri prestigiosi istituti di ricerca del Regno Unito e del Canada, è di notevole importanza: il metano può essere utilizzato come fonte di energia da organismi viventi. Succede sulla Terra, potrebbe essere lo stesso su Marte.
Metano come cibo. John Pamell, uno degli autori della ricerca, pubblicata su Nature Communications, ritiene che «uno degli sviluppi più importanti nell’esplorazione di Marte è stata la scoperta di metano nell’atmosfera del pianeta. Al momento nessuno sa da dove provenga questo metano, e ogni contributo è naturalmente di grande importanza. Averlo trovato anche nelle meteoriti è un elemento in più, e molto importante, perché se su Marte ancora oggi ci fosse una qualche forma di vita, anche molto semplice, potrebbe utilizzare proprio il metano come fonte di cibo».
Vedi: C'è metano su Marte
La scoperta del metano intrappolato nella roccia non è certo una conferma dell’esistenza di vita su Marte, ma è invece e sicuramente una forte spinta a proseguire le ricerche. Oltre che fonte di energia per alcuni organismi, il gas potrebbe infatti essere il risultato della loro attività metabolica.
Servono altri campioni. A questo punto è ancora più importante prelevare campioni di Marte e riportarli sulla Terra, prendendoli proprio là dove le sonde attorno al pianeta e i rilevamenti da Terra dicono che c’è del metano.
L'ipotesi per una missione di questo tipo è stata avanzata alla Nasa e all’Agenzia spaziale russa, ma al momento non vi sono indicazioni su quando potrebbero realizzarsi. Tuttavia già le prossime missioni dell’Esa (ExoMars) e della Nasa (Curiosity 2), tra la fine di questo e l’inizio del prossimo decennio, potrebbero avere anche questo obiettivo, se verranno fatte scendere in zone dove si è rilevata l’esistenza di metano.