Spazio

Metano e misteriose macchie scure su Plutone

La sonda New Horizons, che tra meno di due settimane effettuerà il fly-by di Plutone, ha rilevato la presenza di metano e di strane macchie scure sulla superficie del pianeta nano

La sonda New Horizons è ormai prossima allo storico incontro con Plutone e con il suo sistema di 5 satelliti finora conosciuti. Il fly-by avverrà il prossimo 14 luglio ad una velocità di quasi 50.000 km/h.

Nel frattempo, comunque, la sonda, che lo scorso 28 giugno ha compiuto l’ultima manovra prima del passaggio ravvicinato (circa 12.500 km dalla sua superficie), ha confermato, grazie alle osservazioni fatte con il suo spettrometro infrarosso, che sulla superficie di Plutone è presente metano allo stato solido. L’esistenza di questo composto era già stata osservata da terra nel 1976 ed è l’ennesima conferma che gli strumenti della sonda stanno operando alla perfezione.

GHIACCIO DI METANO. «Che ci fosse metano su Plutone lo sapevamo già, ma è il nostro primo rilevamento», spiega Will Grundy dell’Osservatorio Lowell di Flagstaff (Arizona), lo stesso da cui nel 1930 fu scoperto Plutone. «Fra non molto sapremo dire se ci sono differenze nelle concentrazioni di metano tra le varie regioni di Plutone».

Il metano è un gas presente sia nel sottosuolo sia nell'atmosfera terrestre, e può essere di origine geologica o biologica. Su Plutone, è molto probabile che si tratti di un residuo primordiale risalente all'alba del Sistema Solare, circa 4,5 miliardi di anni fa.

Non solo metano. Oltre al metano, è probabile che la superficie di Plutone sia composta anche da ghiacci di azoto, etano, monossido di carbonio e acqua, forse ricoperti da un sottile strato di polveri.

Immagini a colori di Plutone riprese il 25 e 27 dello scorso giugno. Sulla superfice del pianeta nano sono visibili delle misteriose macchie scure. © NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute

Immagini per adesso enigmatiche. Ma la conferma della presenza di metano non è certo l’unico dato acquisito dalla sonda. Lo strumento LORRI (Long Range Reconnaissance Imager) a bordo della navicella ha anche continuato a riprendere immagini di Plutone e dei suoi satelliti. Le immagini scattate il 25 e il 27 giugno scorsi mostrano i due volti di Plutone: il cosiddetto "encounter hemisphere", cioè l'emisfero che si presenterà a New Horizons durante l'incontro ravvicinato, e l'emisfero opposto, che scomparirà oltre l'orizzonte circa tre giorni prima che la sonda americana raggiunga il pianeta nano.

Misteriose macchie scure. Le immagini mostrano una serie di curiose chiazze scure sull'emisfero opposto. Ognuna delle chiazze ha dimensioni di poco inferiori ai 500 km e la distanza che separa le une dalle altre sembra essere la stessa per tutte. Le strane zone scure si trovano in basso nell'immagine, ma in realtà giacciono quasi perfettamente lungo l'equatore: l’asse di rotazione di Plutone infatti è fortemente inclinato (123°), quindi l’emisfero che vediamo corrisponde in gran parte alle regioni polari.

Le chiazze ricordano un pò le aree scure, sempre situate in regioni equatoriali, mappate decenni fa da Voyager 2 sulla superficie di Tritone, il principale satellite di Nettuno e ritenuto un oggetto molto simile a Plutone.

Cosa siano queste macchie scure si spera di poterlo conoscere tra meno di due settimane.

Le immagini sono state processate manualmente per renderle il più simili possibile a ciò che vedrebbe l'occhio umano.

Qui di seguito un breve filmato che mostra il progressivo ingrandirsi del sistema Plutone-Caronte al diminuire della distanza (le immagini usate sono state riprese da una distanza compresa tra 56 milioni di km ai 22 milioni di km). È possibile notare come Plutone appaia con l’emisfero nord alquanto luminoso, mentre all’equatore sembra essere attraversato da una banda scura discontinua. Scura appare anche una regione polare della luna Caronte.

New Horizons dista attualmente meno di 13 milioni di km da Plutone e si sta avvicinando al pianeta nano al ritmo di 1,2 milioni di km al giorno.

3 luglio 2015 Mario Di Martino
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