Spazio

Mercurio, le foto più belle della sonda MESSENGER

Crateri, depressioni, scarpate: immagini da cartolina raccolte a poche settimane dalla fine della missione, da appena 15 km dal suolo.

Mentre il suo viaggio intorno a Mercurio volge al termine, MESSENGER ci regala un ultimo, meraviglioso canto del cigno. La sonda della Nasa, che si trova ora a 15 km dal suolo del pianeta più interno del Sistema Solare, ha realizzato le foto più accurate e nitide della sua superficie mai rilasciate finora. Le immagini sono state presentate il 16 marzo nel corso della Lunar and Planetary Science Conference a The Woodlands, Texas.

Vecchie conoscenze. Le foto analizzano nel dettaglio strutture già precedentemente avvistate sul pianeta: crateri occupati da ghiaccio, nonostante la vicinanza al Sole; dorsali dalla forma a scala (una versione in miniatura delle imponenti scarpate che caratterizzano la superficie di Mercurio); e piccole depressioni causate da una qualche forma di erosione spaziale.

«Siamo ora in grado di vedere da vicino porzioni del pianeta che non abbiamo mai osservato con questo dettaglio» ha detto Sean Solomon, principale responsabile della missione.

Ombra perpetua. Alcune delle foto studiano nel dettaglio una dozzina di crateri situati ai poli di Mercurio, che studi recenti hanno dimostrato essere pieni di ghiaccio perché mai esposti alla luce diretta del Sole. Una di queste fosse permanentemente in ombra, il cratere Fuller, mostra un'alternanza di materiali chiari e scuri: forse il residuo dello schianto di una roccia spaziale che impattando su Mercurio vi depositò ghiaccio insieme a un materiale ricco di carbonio.

Le piccole scarpate (meno di 10 km di lunghezza) presenti su Mercurio. Alcune di queste somigliano a strutture individuate sulla Luna dal Lunar Reconnaissance Orbiter. © NASA/Messenger/UPI

cicatrici recenti. MESSENGER ha osservato anche versioni ridotte delle grandi scarpate di Mercurio (alcune delle quali sono lunghe centinaia di km). Alcune di queste mini-fratture sono visibili a gruppi vicino a porzioni parzialmente collassate della crosta del pianeta e sono forse segni di zone geologicamente attive.

Aree più giovani. Infine la sonda, che terminerà la sua missione il 30 aprile (quando sarà definitivamente catturata dalla gravità del pianeta) ha analizzato nel dettaglio anche le misteriose e più chiare depressioni avvistate sulla superficie di Mercurio quando MESSENGER entrò nella sua orbita.

Una delle depressioni giovani e irregolari fotografate dalla sonda MESSENGER: la scarsa presenza di crateri di impatto nelle immediate vicinanze dell'avvallamento fa pensare a una struttura geologica giovane. © NASA/Messenger/UPI

Le prossime tappe. Queste aree appaiono geologicamente più chiare rispetto alle zone limitrofe. Segno che forse il pianeta ha forse attraversato qualche cambiamento recente dal punto di vista geologico. Ora che i crateri di Mercurio sono stati osservati con cura è tempo di passare a quelli, più misteriosi, di Cerere.

18 marzo 2015 Elisabetta Intini
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