Negli ultimi anni la scoperta di un paio di "galassie trasparenti" aveva lasciato attoniti gli scienziati: dov'è finita la loro materia oscura? Ora, la risposta.

Nel 2018 un gruppo internazionale di astronomi portò alla luce una galassia chiamata NGC 1052-DF2 che presentava una quantità di "materia oscura" talmente piccola da essere soprannominata "galassia trasparente". La scoperta, realizzata grazie al Telescopio Spaziale Hubble e a osservazioni realizzate con telescopi terrestri, lasciò attoniti gli astronomi perché la materia oscura (materia di cui conosciamo l'esistenza, ma non la composizione) è un elemento base nella formazione e nell'evoluzione delle galassie.

Il bis. Sarebbe proprio la materia oscura a fare da collante alla materia ordinaria che origina le galassie. Senza di essa infatti, il gas primordiale non riuscirebbe a collassare su se stesso e a dare forma alle galassie. La scoperta fu "replicata" nel 2019 quando venne alla luce un'altra galassia dove la materia oscura sembra mancare del tutto (NGC 1052-DF4) che si trova a 45 milioni di anni luce di distanza dalla Terra.

Ora, a distanza di qualche mese dalla seconda rilevazione, avvenuta anch'essa grazie a dati forniti da Hubble, Mireia Montes dell'Università del New South Wales in Australia prova a dare questa spiegazione: la mancanza di materia oscura può essere giustificata con gli effetti della cosiddetta "tidal disruption", o distruzione mareale.

Si tratta di un fenomeno causato dalla galassia NGC 1035, che si si trova vicino alla galassia "incriminata", la cui forza di gravità la sta letteralmente facendo a pezzi la NGC 1052-DF4: la prima a essere strappata via è stata proprio la materia oscura, solo successivamente gli effetti hanno coinvolto stelle formate da materia ordinaria.

Tanti occhi. Dopo l'Hubble anche altri telescopi, come il Gran Telescopio Canarias e il telescopio Iac80 all'Osservatorio del Teide, sempre alle Canarie, hanno puntato i loro occhi su quelle galassie e hanno ottenuto nuovi dati che hanno confermato quanto ipotizzato.

Una "condivisione" di risorse che ha giocato un ruolo significativo, come spiega Raúl Infante-Sainz dell'Instituto de Astrofísica de Canarias (Spagna): «Un solo telescopio è in grado di raccogliere alcune informazioni, ma non tutte. L'aver messo insieme questa squadra di telescopi ha permesso di ottenere informazioni importantissime per capire cosa sta avvenendo tra quelle galassie».

Cosa possiamo aspettarci adesso? «Con il tempo è possibile che NGC 1052-DF4 verrà cannibalizzata da NGC 1035», spiega Infante-Sainz. Ora sarà interessante capire se c'è un'altra galassia che sta agendo in modo analogo su NGC 1052-DF2.

6 dicembre 2020 Luigi Bignami
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