Una serie di osservazioni del Telescopio Spaziale Hubble (HST) hanno mostrato la chiara evidenza che le galassie sono avvolte da aloni di materia scura. Obiettivo dello studio è stato l’ammasso di galassie della costellazione di Perseo, distante circa 250 milioni di anni luce da noi, dove HST ha scoperto circa 30 galassie di piccole dimensioni che sembrano essere rimaste intatte, mentre altre più grandi appartenenti allo stesso ammasso appaiono essere deformate dalle forze gravitazionali di altre compagne. Ciò che ha sorpreso i ricercatori è il fatto che le galassie nane si trovano nelle regioni centrali dell’ammasso, quelle più popolate, e che pur trovandosi a distanze relativamente brevi da altri complessi stellari molto più massicci non mostrano alcun segno di deformazioni dovute a perturbazioni gravitazionali. Si tratta di galassie molto antiche che appartengono all’ammasso sin dalla sua formazione, più di 10 miliardi di anni fa.
Si stima che l’universo sia composto da circa il 23 % di materia scura e soltanto il 4 % di materia visibile, la parte mancante, vale a dire il 73 %, sarebbe sotto forma di “energia oscura”, la misteriosa energia che allontana l’una dall’altra in maniera accelerata le galassie che popolano l’universo.
Immagine ripresa da HST dell’ammasso di galassie di Perseo, distanti da noi circa 250 milioni di anniluce. Nel riquadro un campione di quattro galassie nane che sono avvolte da un inviluppo di materia oscura che le protegge dagli effetti distruttivi conseguenti all’interazione gravitazionale con le altre galassie più grandi appartenenti all’ammasso.
Poiché la materia oscura non può essere osservata in quanto non emette luce, ma la sua presenza viene rilevata in maniera indiretta, ad esempio misurando la velocità di stelle o gruppi di stelle attorno al nucleo delle galassie. L’ammasso di Perseo è però troppo lontano per poter distinguere le singole stelle e misurare il loro moto, per cui gli autori della ricerca hanno messo a punto una nuova tecnica che si basa sul determinare il minimo contributo addizionale di massa oscura che le galassie nane devono avere per poter essere protette dalla distruzione indotta dalle interazioni gravitazionali con le compagne maggiori.
Risulterebbe quindi che le galassie nane possiedono una maggiore quantità di materia oscura rispetto ad esempio a quella di cui sono dotate le galassie a spirale, che nello stesso ammasso sembrano subire pesantemente gli effetti gravitazionali delle loro vicine. Le nuove immagini mostrano l’evidenza che le galassie che appaiono indisturbate sono avvolte da un inviluppo di materia oscura che le protegge dalla distruzione.